Live di Franco Beat presenta il suo nuovo album “Radici” e Giacomo Toni in piano solo
Anche per quest’anno il Cisim di Lido Adriano collabora con l’etichetta indipendente Brutture Moderne di Francesco Giampaoli e Andrea Scardovi, per la rassegna di concerti Deve ancora venire. Il secondo appuntamento della rassegna sarà venerdì alle 21 con i concerti di FrancoBeat e Giacomo Toni. Franco Beat è un cantautore, a volte un cantastorie, a volte è un vincente, a volte un battuto, un beat. L'idea è quella di “guardare” all'Italia del Boom Economico, nei suoi aspetti più intimamente ribelli, tenta di portare lo stesso messaggio di libertà creativa. Esce il 14 ottobre per Brutture Moderne "Radici", nuovo album che presenterà sul palco del Cisim venerdì, dove tutti i testi sono stati scritti dagli ospiti della residenza per disabili mentali “Le Radici” di San Savino (Riccione). Il poliedrico musicista romagnolo condivide con il pubblico un patrimonio poetico incredibile, fatto di immagini surreali, taglienti e amaramente gioiose. Con la partecipazione di John De Leo, Sacri Cuori, Santo Barbaro e tanti altri ospiti.
Giacomo Toni viaggia nel campo della migliore musica d'autore italiana. Il suo è jazz ricercato capace di unire ritmi blues e incursioni swing. I suoi testi sono ironici e pungenti, malinconici ma sinceri, di un cinismo che a volte sconfina nell'euforia, e rimandano al genio di Gaber, Iannacci, Conte, Capossela. I suoi testi sono fotografie, storie, parole che saltano qua e là sui tasti del pianoforte e scivolano lentamente. Ogni canzone è un tornado di riferimenti musicali disparati, dalla scuola genovese al jazz sperimentale, e allo stesso tempo un racconto o un momento lirico chiuso in se stesso, forte, irriducibile, senza un verso o una frase musicale fuori posto. E' il leader della '900 Band, nel suo ultimo disco, "Musica per autoambulanze", si fa beffe della figura del cantautore solitario e lascia che la nutrita band aggredisca e stravolga l'idea dell'autore. Fatto di fiammate ironiche, ballate romantiche e sferzate di cinismo, come se fosse un elogio della contraddizione.