Violoncello barocco e misteriosi carteggi
Un violoncellista, uno storico della musica ed un poeta nonché fine dicitore, condurranno il pubblico in un percorso dai contorni incerti, tra realtà e fantasia, forse immaginario ma di certo suggestivo e in ogni caso affascinante. Una ‘visione’ sulla storia di uno strumento prezioso, il violoncello appunto, per capire se un genio come Johann Sebastian Bach abbia composto le sue vertiginose Suites dopo essersi imbattuto - ed aver ‘gustato’ - nei lavori di un autore italiano, Domenico Gabrielli di Bologna, detto ‘Minghein dal viulunzel’. Così, combinando fonti documentarie di diversa natura (tra cui una dettagliata ricostruzione delle raccolte di musica per lo strumento che intendiamo oggi con il termine ‘violoncello’) con un fantasioso ma non inverosimile carteggio, ri-costruito dallo storico della musica Piero Mioli e il musicista Mauro Valli, con Franco Costantini, che darà voce agli autori delle missive del misterioso carteggio, forniranno la loro versione dei fatti, in quello che avrebbe potuto essere un episodio dell'indimenticabile "F for Fake" di Orson Welles. Venerdì 20 giugno alle 21, l’evento - prodotto da Ravenna Festival - si svolgerà in un’ambientazione straordinaria, il Salone delle Feste, situato nel piano nobile di Palazzo Rasponi dalle Teste appena restaurato.
Bach e Gabrielli non si sono mai incontrati: Bach (1685-1750) aveva cinque anni quando Gabrielli morì a Bologna (1659-1690), ma nel corso della vita Johann Sebastian ebbe modo di conoscere molto bene la musica strumentale italiana, in particolare le opere di Vivaldi, Albinoni, Marcello e Frescobaldi. Negli anni in cui fu attivo per la corte di Köthen (1717-1723) scrisse tra l’altro le sei Suites per violoncello solo, omaggiando lo stile italiano e quello francese. Nulla si sa di un suo diretto rapporto con Domenico Gabrielli ma, come dimostra la mole di fonti messa in luce da Piero Mioli, la Bologna seicentesca in cui fu attivo ‘Minghein dal viulunzel’ fu un luogo di particolare importanza per l’affermarsi di un repertorio solistico per uno strumento grave della famiglia del violino, chiamato con termini quali ‘violone’, ‘violoncello’ o ‘violoncino’. Quello che non dicono esplicitamente le fonti viene ricostruito combinando le informazioni presenti nelle misteriose lettere, se non vere, almeno verosimili, di Carl Philip Emanuel Bach, Domenico Gabrielli, Padre Martini e dello stesso Johann Sebastian Bach. Lettere che raccontano di rapporti tra la cappella di San Petronio a Bologna e la Germania di Bach, della formazione e dei viaggi di giovani e promettenti violoncellisti, di carte sparite e ritrovate, di bastonate reali e metaforiche.
Mioli ha cercato di dipanare il filo di documenti di varia natura (spesso ammiccanti, ma mai veramente eloquenti) consultati per ricostruire un percorso possibile della scrittura per violoncello solo, Costantini darà voce ai testimoni chiamati a parlare, Valli eseguirà tre Ricercari di Domenico Gabrielli (in sol minore, sol maggiore e re maggiore) e due Suites per violoncello solo di Bach (n. 1 in sol maggiore BWV 1007 e n. 6 in re maggiore BWV 1012), lasciando decidere al pubblico se veramente la musica di Gabrielli risuoni in quella di Bach.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: 20 euro (ridotti 18) / “I giovani al festival”: fino a 14 anni, 5 euro; da 14 a 18 anni, 50% tariffe ridotte
Mauro Valli
Nato a Sant’Agata Feltria, lo stesso paese che ha dato i natali ad Angelo Berardi, Mauro Valli discende dalla scuola di Camillo Oblach, il famoso violoncellista (prediletto da Toscanini per il suo magico suono di velluto) che fra i tanti allievi ebbe Giorgio Sassi e Amedeo Baldovino; a loro volta maestri di Valli. Da circa trent’anni si dedica prevalentemente alla musica antica, collaborando con alcuni fra i più importanti specialisti. Membro fondatore dell’Accademia Bizantina, ha militato per vent’anni in questo gruppo contribuendo in modo decisivo alla sua affermazione internazionale. Attualmente è primo violoncello e solista dell’ensemble ‘I Barocchisti’ di Lugano e del Complesso Barocco diretto da Alan Curtis. Si è esibito nelle più importanti sale da concerto e stagioni di musica barocca di tutto il mondo. Collabora regolarmente con Diego Fasolis, l’estroso e brillante direttore dei Barocchisti e del Coro della Radio Svizzera Italiana, e con Maurice Steger che è annoverato fra i più importanti e virtuosi solisti di flauto dolce. Al Concertgebouw di Amsterdam ha tenuto un concerto in duo con il celebre Anner Bylsma. Con Steger ha realizzato diverse registrazioni discografiche: l’ultima in particolare, dedicata alla scuola veneziana del Seicento, è stata premiata da tutte le riviste specializzate ed è rimasta per oltre un anno in vetta alla classifica dei dischi di musica barocca più venduti. Suona su un violoncello Andrea Castagneri del 1740 e si dedica ad altri strumenti storici; utilizza spesso un violoncello piccolo a cinque corde, strumento passato in disuso nell’Ottocento. Ha anche suonato per diversi anni la viola da gamba, realizzando un cd come solista in un concerto di Telemann. Suona poi un arpeggione che si è costruito con l’aiuto della sorella Lucia e del cognato Matias Herrera, entrambi liutai, autori del suo violoncello piccolo a cinque corde.
Piero Mioli
Si è laureato in Storia della musica (1971) e perfezionato in Filologia classica (1974) alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna. Ha insegnato Storia della musica nei Conservatori di Verona (1976-1980) e di Parma (1980-1988), e dal 1988 insegna Storia e storiografia della musica ed Estetica musicale al Conservatorio di Bologna. È consigliere d’arte dell’Accademia Filarmonica di Bologna, membro del comitato di redazione della rivista ‘Nuova informazione bibliografica’ del Mulino, presidente e direttore artistico della Cappella musicale arcivescovile della Basilica dei Servi di Bologna, presidente onorario dell’Associazione ‘Amici delle Muse’, socio ordinario dell’Associazione culturale ‘Il saggiatore musicale’. Collabora con alcuni teatri, diverse riviste e associazioni culturali e con «il Resto del Carlino». Tiene corsi presso l’Università “Primo Levi” e l’Istituto “Carlo Tincani” di Bologna. È consulente musicale dell’editore Mursia, saggista, recensore bibliografico, divulgatore e conferenziere. Ha pubblicato fra l’altro ampie rassegne bibliografiche su Goldoni, Mozart, Mahler, Puccini, Verdi, Wagner, nonché lavori sugli epistolari musicali, i Conservatori italiani, il personaggio di Faust. Ha curato edizioni dei libretti di Verdi, Mozart, Bellini, Rossini, Wagner. È autore di monografie sul teatro d’opera, su Rossini, Gluck, Donizetti, Verdi, Padre Martini. Tra le sue pubblicazioni più recenti; Dizionario di musica classica, 2 voll., Milano, BUR, 2006, 2012² e Recitar cantando. Il teatro d’opera italiano, 4 voll. (Seicento, Settecento, Ottocento, Novecento), Palermo, L’Epos, 2007-2014.
Franco Costantini
Poeta, esperto di metrica, enigmista, fine dicitore: Costantini sembra avere una vocazione naturale all’eclettismo e alla ‘contaminazione’. Con la pubblicazione del poema Cavallegoria, nel 1997, ha proposto una singolare attualizzazione dell’endecasillabo, fondendo l’epos e il comico, l’arcaico e il moderno, il dotto e il volgare. Dallo stesso anno insegna metrica in numerose scuole e istituzioni, tra cui la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. È da sempre nella Compagnia dei Lettori di RavennaPoesia, e ha realizzato numerosi audiolibri poetici. Più volte ha prestato la voce ai personaggi degli scrittori Roberto Pazzi e Valerio Massimo Manfredi, nonché ai versi di Mario Luzi, di Pietro Ingrao e di tanti altri poeti. Dal 2004 è direttore artistico della rassegna poetica estiva ‘O Musiva Musa’, promossa dal Comune di Ravenna nell’ambito di Ravenna Bella di Sera. Nel 2005 ha scritto e interpretato L’arte nel sacco per il teatro di Conselice, insieme al fotografo Giovanni Zaffagnini, al pittore scenografo Gino Pellegrini e al mimo Filippo Poppi. Nel 2009 ha recitato a Roma, con Nancy Brilli e a Valerio Massimo Manfredi, in una versione teatralizzata del racconto Il sogno di Ottavia dello stesso Manfredi; ha prodotto (con il compositore e musicista Luciano Titi) L’orfica smania, un omaggio a Dino Campana; ha pubblicato Thaleroneide, primo poema epico ambientato in un mondo virtuale di Internet. Nel 2013 ha realizzato Dante’s Corner, 150 ore di performance (a pochi metri dalla tomba dell’Alighieri) in cui interpretava all’istante, su richiesta di turisti e residenti, qualsiasi brano dell’opera dantesca. Sempre nel 2013, per Imprimatur di Reggio Emilia, ha pubblicato Totteide, il primo poema epico dedicato a un moderno eroe dello sport; e Gianni Mura, su ‘Repubblica’, lo ha inserito per questo tra ‘I cento nomi dell’anno’. Costantini non è nuovo alle collaborazioni con Ravenna Festival: nel 2011, sempre insieme a Mauro Valli, prestò la voce ad Angelo Berardi nello spettacolo Il recitar suonando.