Natura e territorio, mostre e incontri per scoprire il pino in Romagna
Venerdì 12 maggio a Faenza, a Villa Orestina, un incontro e una mostra per riscoprire il valore letterario e artistico del pino in Romagna, dalla pineta di Ravenna all'olmatello di Faenza. L'evento è realizzato nell'ambito della manifestazione Musica nelle aie, in svolgimento dall'11 al 14 maggio.
Il tema della tutela del paesaggio storico stimolò all’inizio del ‘900 in Italia un forte dibattito culturale che coinvolse l’opinione pubblica e influenzò l’attività legislativa, intrecciandosi con le tendenze creative delle correnti artistiche. La Romagna ebbe un ruolo primario in quel periodo: è del 1905 la legge a tutela della Pineta di Ravenna, il cui paesaggio aveva ispirato i versi di Dante, Boccaccio, Byron, Pascoli. Il balcone naturale dell’Olmatello a Faenza divenne invece uno spunto iconografico imprescindibile per gli artisti del Cenacolo Baccariniano e i loro eredi delle generazioni successive.
A queste premesse si allaccia l’evento promosso da Carta Bianca Editore di Faenza, Associazione Alteo Dolcini e Associazione Amici dell’Arte di Faenza. Interverranno Antonio Castronuovo, scrittore e direttore de La Piè; Andrea Emiliani, storico dell’arte e già direttore della Pinacoteca di Bologna; letture a cura di Enrico Vagnini, attore e regista teatrale; l’incontro sarà coordinato da Andrea Dolcini, giornalista pubblicista. Al termine degli interventi sarà inaugurata l’esposizione (anche il 13 e 14 maggio, ore 10 – 20, ingresso libero) che presenterà un allestimento di opere ispirate al motivo del pino e della pineta. Grazie al prestito di collezionisti privati saranno esposte opere, tra gli altri, di Nonni, Malmerendi, Campi, Guerrini, Bucci. Insieme a loro una sezione di immagini fotografiche scattate a Castel Raniero dal naturalista Pietro Zangheri negli anni trenta del secolo scorso.
Nel primo decennio del novecento in Italia emerse la necessità di tutelare il patrimonio dei beni artistici e naturali. Il ruolo della letteratura fu determinante per raccontare il paesaggio italiano e offrire gli strumenti per comprenderlo e preservarlo. Lo scrittore con le sue opere sacralizza un luogo, ne diffonde la conoscenza, influenza finanche l’attività politica e legislativa. Roberto Balzani ha individuato nell’Ode a Polenta di Giosuè Carducci, scritta nel 1897, il modello di opera letteraria capace di produrre un dibattito culturale e popolare fino a coinvolgere le istituzioni politiche per la conservazione, in questo caso della chiesa di Polenta, di un bene storico-artistico. La legge del 1909 sulle “Antichità e le belle arti” nasce per merito dei ravennati Luigi Rava e Corrado Ricci: il primo ministro alla Pubblica Istruzione e il secondo direttore generale per le antichità e le belle arti.
Negli stessi anni i racconti del forlivese Antonio Beltramelli influenzano le scelte artistiche di Domenico Baccarini e Francesco Nonni: il pino per Beltramelli (come per Alfredo Panzini) è un elemento cardine nella descrizione dei paesaggi nella sua prosa. La pineta di Ravenna e l’Olmatello di Faenza diventeranno soggetti ricorrenti nelle opere degli artisti romagnoli. Anche sulle pagine de “La Piè” e negli scritti di Aldo Spallicci il pino si afferma come terzo elemento, con il plaustro e la caveja, del trittico laico della cultura popolare romagnola.