La "Grande" Messa di Mozart per celebrare i defunti
Sabato 4 novembre avrà luogo presso la Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, inizio alle 21.00, il Concerto per la Commemorazione dei Defunti, divenuto una tradizione per la città di Ravenna a ridosso della festività di Tutti i Santi, nei giorni dedicati alla commemorazione dei defunti. Dal 2009 l’Orchestra da Camera di Ravenna, diretta da Paolo Manetti, con il patrocinio del Comune di Ravenna e dell’Archidiocesi di Ravenna-Cervia e in collaborazione con il Coro Polifinico S. Spirito di Ferrara organizza questa manifestazione, un momento di raccoglimento civile e morale all’insegna della grande musica sacra sinfonico-corale.
Paolo Manetti, direttore dell’Orchestra da Camera di Ravenna e ideatore della manifestazione, così motiva le sue scelte musicali: “Il culto dei morti, attestato presso tutte le civiltà, acquista nella cultura occidentale un ruolo centrale e la musica d’ispirazione funebre ha arricchito nei secoli il repertorio della musica sacra con il contributo dei più grandi compositori. Nelle precedenti edizioni abbiamo eseguito il Requiem di Cherubini, quello di Fauré, il Requiem di Mozart. Quest’anno la nostra scelta è caduta su un altro capolavoro mozartiano, la Messa in do minore K 427, composizione vasta e complessa, conosciuta anche come “Grande Messa”. Non è un’opera strettamente funebre, ma attesta il rapporto intimo e personale di Mozart con la fede cristiana. È l’unica composizione sacra che Mozart non scrisse su commissione, concependola come un voto per la guarigione di Costanze Weber, pochi mesi prima che la cantante divenisse sua moglie. Questa circostanza determina le caratteristiche dell’opera. Svincolato da obblighi esterni Mozart perseguì liberamente il suo equilibrio tra espressività e ossequio ai canoni della tradizione sacra, senza preoccuparsi di indugiare nell’esaltazione della vocalità, proprio in quelle parti destinate a essere eseguite dalla moglie”.
Come il Requiem, rimasto incompiuto per il sopraggiungere della morte, l’altro capolavoro di musica sacra di Mozart, la Messa in do minore K 427 non fu portata a termine, per ragioni diverse e non completamente note. Una lettera datata 4 gennaio 1783 e indirizzata da Vienna al padre, attesta che si tratta di un’opera votiva, “una promessa fatta nel cuore”, la “partitura di una Messa che ancora attende di essere completata”. Dalla stessa lettera si deduce che Mozart intendeva eseguirla a Salisburgo ed effettivamente, la prima volta che si recò da Vienna a Salisburgo, portò con sé la partitura e continuò a lavorarvi, ma il giorno previsto per l’esecuzione, il 26 ottobre 1783, la Messa era ancora incompleta. Di fatto l’opera rimase mancante dell’Agnus Dei e di parte del Credo e Mozart non avrebbe più rivisto la sua città natale. L’incompiutezza della partitura non impedisce alla Messa in do minore K 427 di essere la composizione sacra più vasta, complessa e impegnativa sotto ogni profilo del genio salisburghese. Nata da un’urgenza interiore, espressione di una fede personale, anche per l’aspetto compositivo è una manifestazione degli interessi musicali coltivati dall’autore in quel momento. Primo tra questi, la scoperta della musica di Bach e Haendel, oggetto di culto presso la dimora viennese del barone van Swieten presso la cui cerchia Mozart era stato introdotto. La “Grande Messa” si presenta dunque come una suprema sintesi delle forme e degli stili della tradizione della musica sacra, che risale fino al recupero del contrappunto bachiano e degli stilemi del barocco, senza rinunciare a una vocalità espressiva quasi operistica nelle parti delle arie solistiche e all’attualità del linguaggio strumentale. Tutto realizzato nel clima di libertà espressiva in cui si muoveva il compositore per la prima volta libero da obblighi di committenza di perseguire un ideale soggettivo di espressione musicale nell’ambito più tradizionalmente soggetto a vincoli e costrizioni. La realizzazione del concerto è affidata all’Orchestra da Camera di Ravenna, diretta da Paolo Manetti, che ha appena concluso la quattordicesima edizione della rassegna Organo e Orchestra nel Romanticismo. Il Coro Polifinico S. Spirito di Ferrara, diretto dal maestro del coro Francesco Pinamonti, è presente anche in questa nona edizione del Concerto per la commemorazione dei defunti che, come gli altri anni, si replica nell’ambito della programmazione del Teatro Comunale di Ferrara. I due soprani Patrizia Cigna e Federica Balucani, il tenore Tsitsadze Giorgi e il basso Andrea Jin Chen interpretano i ruoli vocali solisti.