Mario Pretolani spiega le trasformazioni della "Ravenna agricola"
Domenica 25 maggio, ore 10, presso il Salone dei Mosaici della Casa del mutilato in Piazza Kennedy a Ravenna, si tiene la presentazione del libro Ravennagricola. Le trasformazioni di un settore diventato moderno di Mario Pretolani (SBC Edizioni).
Dopo un saluto dell’Ing. Ernesto Giuseppe Alfieri, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, intervengono con l’autore: Massimo Cameliani, Assessore alle Attività Produttive del Comune di Ravenna, Danilo Misirocchi, Presidente Confederazione Italiana Agricoltori Ravenna, Massimiliano Pederzoli, Presidente Coldiretti Ravenna, Paolo Pasquali, Presidente Confagricoltura Ravenna.
In questo libro dedicato all’Agricoltura in Provincia di Ravenna Mario Pretolani affronta il periodo compreso tra il Dopoguerra e i giorni nostri (2010). Si tratta di una fase complessa dell’economia agraria tanto in Italia quanto nel Ravennate, dove si assiste al superamento della annosa “questione bracciantile” e, nel contempo, al forte sviluppo delle produzioni. Resta invece ancora aperto il problema mezzadrile legato alle tematiche sull’effettiva proprietà dei terreni e ai nuovi contratti di affitto che proprio in quegli anni prenderanno forma. Pretolani, che di questo processo è stato uno dei protagonisti non solo in Romagna, lo racconta nei dettagli partendo dalla ricostruzione dell’agricoltura ravennate all’indomani del secondo conflitto mondiale per passare attraverso gli anni dello sviluppo e della trasformazione nella proprietà fondiaria e nella conduzione dei terreni.
In questo ambito un ruolo fondamentale svolgerà il movimento cooperativo che porterà anche alla costituzione proprio a Ravenna di importanti consorzi che ancora oggi svolgono un ruolo di primo piano nel sistema agroalimentare nazionale.
Tutto questo determinerà la progressiva trasformazione dell’agricoltura chiamata a fare semrpre più i conti con la Politica agricola dell’Unione Europea che imporrà anche nelle nostre campagne scelte spesso radicali tra cui anche l’abbandono di produzioni tradizionali a favore di altre innovative. Un processo, quello ben descritto da Pretolani, che i nostri agricoltori hanno saputo controllare accettando le sfide di un mercato via via più ampio, ma anche più complesso e severo.