A Ravenna una mostra su "Le targhe intitolate a donne nelle strade del mondo”
Dal 7 al 24 marzo la sala espositiva di viale Berlinguer 11 ospiterà la mostra “Strada alle donne. Le targhe intitolate a donne nelle strade del mondo”, che resterà aperta dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 18, il venerdì e il sabato dalle 9 alle 12. Curata dall’Associazione Toponomastica Italiana, gruppo di ricerca in ambito nazionale, che da alcuni anni è attivo per ampliare la presenza di strade intitolate a donne, la mostra giunge ora a Ravenna e si avvale del sostegno di Soroptimist club di Ravenna, e delle sinergie attive fra Comune di Ravenna e Istituzione Biblioteca Classense.
Nell’ambito della mostra stessa, sabato 21 marzo alle 18 alla sala Buzzi di viale Berlinguer 11 è in programma un incontro con Maria Pia Ercolini, coordinatrice di Toponomastica Femminile. Tutti i soggetti ravennati coinvolti nell’organizzazione della mostra sono stati attivi nel promuovere le nuove, numerose intitolazioni che a Ravenna testimoniano una nuova attenzione alle intitolazioni di strade al femminile, come dimostra anche la pubblicazione del bel volume “Strada alle donne”, giunto già alla seconda edizione. Con questo evento la città di Ravenna si confronta con le strade d’Italia e del mondo, simboleggiate dalle targhe, segni apparentemente semplici ma carichi di pregnante significato. La mostra fotografica che si va ad aprire vuole essere un viaggio nell’altra metà del cielo.
“Chiedere maggiore attenzione alla toponomastica femminile non è un capriccio di parità – sottolinea Giovanna Piaia, assessora alle Politiche e cultura di genere - ma è uno dei modi per rendere concreta la parità. La toponomastica non ha solo il portato simbolico della memoria, ma è parte integrante del linguaggio urbano, incide sugli schemi culturali e cognitivi, rendendo visibile la dimensione sessuata della città, che è abitata da uomini e da donne. Ecco quindi che incrementare le titolazioni femminili non solo rientra nelle ‘buone pratiche’, ma diventa un momento di azione politica all’interno di un processo lento e inesorabile di parità".
Chiosa Piaia: "Nell’apparente neutralità della comunicazione abbiamo nascosto il genere femminile; farlo comparire è parte strutturante del cambiamento. Far prevalere la dimensione sessuata e non sessista nel linguaggio, nella pubblicità e nella toponomastica contestualizza nella maniera più completa quelle che devono essere le politiche della amministrazione pubblica. I risultati ottenuti derivano dall’impegno di amministratrici sempre più attente, sollecitate dalla militanza politica delle donne che alle amministrazioni chiedono in modo incalzante interventi per la parità di carattere permanente e strutturale”.