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L'Italia vola in Cina con mille anni di storia della ceramica: dal Mic 150 opere

L’obiettivo è quello di fare conoscere in Cina la tradizione della maiolica italiana, di cui Faenza è solo uno dei tanti centri propulsori dal Rinascimento in avanti

Una mostra itinerante dal titolo “L’eredità di mille anni di ceramica italiana” a cura del Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza sarà ospitata in cinque importanti musei in Cina (Henan Museum, Zhejiang Provincial museum, Liaoning Provincial museum, Shanxi Museum, Shenzhen Museum) dal 9 dicembre al 25 marzo del 2018. In 150 pezzi racconta la storia della maiolica italiana dal Medioevo fino ad oggi. Una mostra realizzata interamente con le opere appartenenti alle collezione del MIC di Faenza, per lo più con pezzi custoditi nei suoi depositi.

L’obiettivo è quello di fare conoscere in Cina la tradizione della maiolica italiana, di cui Faenza è solo uno dei tanti centri propulsori dal Rinascimento in avanti. Oltre ad alcuni esempi di maiolica arcaica del Medioevo, con i suoi caratteristici decori a motivi geometrici, saranno esposti, infatti, maioliche delle più eccellenti manifatture italiane: Faenza, Deruta, Casteldurante, Montelupo, Castelli, Urbino, Pesaro, Gubbio, solo per citarne alcuni.

In mostra meravigliosi esempi rinascimentali “istoriati” quando le iconografie comuni alla pittura venivano trasportate su piatti, vasi e ciotole, ma anche esempi della tendenza opposta, che a partire dalle metà del ‘500, tende a semplificare la decorazione a pochi colori (blu più o meno diluito, giallo chiaro e arancio). Si tratta dei bianchi di Faenza che dettarono moda in tutta Europa fino al XVII secolo.

Nel Settecento anche l’Italia cominciò a confrontarsi con la produzione della porcellana di tradizione estremo orientale (Cina, Corea, Giappone) e, in parallelo, si cominciò a lavorare in larga scala in tutta Italia la terraglia - introdotta in Inghilterra già dal 1740. Infine il Novecento dove la ceramica si eleva a materia plastica adatta alla scultura e al design ed è influenzata dalla storia dell’arte e dalle sue correnti: prima il Liberty e il Dèco, poi la figurazione del secondo dopo guerra, l’informale, il  picassismo fino gli echi pop degli anni ’70 e ’90.

Picasso fu molto importante per elevare la ceramica a materia scultorea e per Faenza stessa. Il Museo faentino possiede diverse sue opere. Merito del direttore Gaetano Ballardini, fondatore del Museo faentino, che contattò Picasso a Madoura con una lettera commovente e davvero toccante dopo che il Museo fu bombardato durante la seconda guerra mondiale. Fu così che arrivò nel 1950 il primo piatto ovale raffigurante la Colomba della Pace, memento contro ogni guerra, espressamente dedicata al Museo di Faenza e al tragico destino della sua Collezione.

  

“Il progetto della Cina rientra nella politica culturale del nostro museo di apertura e valorizzazione del patrimonio all’estero. – spiega la direttrice del MIC Claudia Casali - Questa mostra, con la sua complessità e ricchezza di proposte artistiche, intende fornire un racconto di una cultura ceramica nazionale che ha avuto esiti e risvolti internazionali.  Ci auguriamo che questo possa essere l’inizio di una collaborazione che veda la ceramica come collante universale di culture e civiltà, all’insegna di un dialogo profondo e millenario”.

“Da questo progetto, frutto di relazioni internazionali e abilità organizzative, emerge la rilevanza del nostro museo quale polo culturale ceramico del territorio, - continua Eugenio Emiliani, presidente della Fondazione MIC di Faenza -  ‘espressione dell’arte ceramica nel mondo’, fortemente attivo nella comunicazione della tradizione ceramica, propulsore di progetti di alto livello a sostegno anche dell’artigianato locale, portavoce di una tradizione unica che ha dato il nome alla maiolica: per tutto il mondo Faïence”.

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