Teatro e fotografia protagonisti di per la rassegna "Ri-uso Architettura"
L'architettura si amalgama e mescola con teatro e fotografia per l'appuntamento di giovedì, alle 21, alle Cantine di Palazzo Rava a Ravenna per la rassegna «Ri-Uso Architettura - Alla ricerca del luogo perduto», - curata da Chub cantine hub - dispositivo di reti culturali - con Marco Valerio Amico della compagnia di danza Gruppo Nanou, con Alessandro Panzavolta di Ortographe, associazione che si interessa di contaminazioni tra arti visive e teatro, e con Mauro Monticelli e Roberta Colombo del Teatro del Drago, compagnia storica di teatro di burattini e marionette.
Il progetto «Riuso» punta a ripensare e rendere fruibili, anche se parzialmente o temporaneamente, gli spazi abbandonati o in disuso della città proponendo degli incontri multidisciplinari. Gli ospiti di questa serata proporranno uno sguardo alternativo sul tema del riuso parlando sia di spazi riutilizzati temporaneamente sia di materiali riciclati e riutilizzati per dargli nuova vita. Il comitato scientifico di Chub cantine hub - dispositivo di reti culturali è composto da Franco Masotti, Chiara Ravaioli, Roberto Ravaioli, Lorenzo Sarti, Ilaria Siboni. Il Teatro del Drago ha intrapreso da diversi anni il progetto «Riuso urbano» dove i materiali sono riciclati e gli viene «ri-data» vita, esperienza culminata nello spettacolo «Grande Circo nave Argo» e dove un vecchio spazzolino può trasformarsi in una parte del corpo di Teseo. Ma la compagnia ha usato anche spazi non teatrali e li ha trasformati in teatro come giardini, parchi, grotte o cortili.
Il gruppo Nanou ha invece realizzato diversi spettacoli in luoghi abbandonati e dimenticati: partendo dal lavoro Strettamente confidenziale in cui il danzatore si installa e si inscrive all'interno di un luogo per creare un percorso, un'abitazione temporanea, il Gruppo Nanou ha realizzato spettacoli in luoghi extrateatrali per scelta e non per ripiego. Ancora diversa l'esperienza di Ortographe che hanno realizzato alcuni eventi al Planetario, «Paradoxes», usando la cupola come se fosse una macchina da spettacolo e invitando ogni volta un musicista diverso a suonare per ottenere una performance di musica live. Lo spazio del Planetario è stato quindi utilizzato in maniera diversa rispetto alla funzione didattica e scientifica per il quale è stato progettato.