“Novecento rivelato”: i ritratti, le nature morte e i paesaggi di Verlicchi
I ritratti, le nature morte e i paesaggi di Francesco Verlicchi (1915 – 2008) alcuni dei quali finora mai esposti, sono protagonisti di una mostra che il Comune di Ravenna – assessorato alla Cultura, ha voluto dedicare all’artista a dieci anni dalla morte. Si è voluto offrire un nuovo contributo alla conoscenza di un pittore tra i più ferventi continuatori del naturalismo ottocentesco in Romagna, interprete originale della grande lezione di realismo lirico del maestro Giulio Avveduti.
L’esposizione viene inaugurata venerdì 30 marzo alle 17 a palazzo Rasponi dalle Teste, alla presenza dell'assessora alla Cultura Elsa Signorino e del dirigente delle politiche e attività culturali Maurizio Tarantino, e resta aperta fino al 25 aprile (ingresso libero, nei giorni feriali apertura dalle 15 alle 18, il sabato e nei giorni festivi dalle 11 alle 18, lunedì chiuso). E’ patrocinata dall’Istituto per i beni culturali della Regione e dalla Provincia.
“Ci è sembrato non solo doveroso, ma anche oltremodo interessante – dichiarano Signorino e Tarantino - proseguire il ciclo di mostre ‘Novecento rivelato’, incentrato sulla riscoperta di personaggi e aspetti significativi della vicenda figurativa ravennate del secolo appena trascorso, con la figura di Verlicchi, dopo aver dedicato la prima tappa a Giulio Ruffini. In questa mostra infatti il pubblico ha modo non solo di riscoprire opere note dell’artista fusignanese, ma anche di ammirare e conoscere quadri inediti”.
Con oltre quaranta opere, realizzate tra gli anni ’30 e ’90, la mostra su Verlicchi, che a Ravenna è stato docente all’Istituto d’arte per il mosaico a partire dal 1960, documenta appunto i tre generi pittorici praticati dall’artista nel corso della sua lunga attività: il ritratto, la natura morta e il paesaggio.
Del pittore di figura si vedono qui esemplari risalenti al periodo d’esordio, accanto a ritratti maturi nei quali Verlicchi si è tenuto ben lontano dalla facile caratterizzazione dei personaggi. Nei suoi ritratti il pittore sembra disegnare con il colore, che diviene protagonista assoluto e armonico delle nature morte. Queste sono composizioni nelle quali l'artista vede e fissa specialmente libri e bottiglie, vasi e maschere, cesti e nastri, gli oggetti più amati della sua quotidianità.
I paesaggi, infine. Scorci fusignanesi e ravennati, colline e marine da contemplare come veri e propri luoghi dell’anima, e trasferiti sulla tela da un artista del colore sempre in bilico tra natura e sentimento. Sono presenti la serie degli acquerelli dedicata alla Fusignano “ferita” dai bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale, il quadro datato 1957 vincitore del premio “Marina di Ravenna” ed un racconto visivo dedicato all'artista realizzato dal fotografo Bruno Ferri.
Francesco Verlicchi (Fusignano 1915 – 2008). E’ stato allievo di Giulio Avveduti alla Scuola comunale di disegno e successivamente del decoratore e pittore lughese Antonio Ricci. Nel 1956 ha collaborato con Avveduti al restauro delle pitture murali della chiesa di San Giacomo a Lugo. Al vecchio maestro è succeduto nella direzione della scuola fusignanese. Dopo un breve soggiorno parigino, nel 1960 ha ricevuto un incarico d’insegnamento all'Istituto d’arte per il mosaico di Ravenna.
Negli anni del dopoguerra ha svolto intensa attività artistica, distinguendosi specialmente come ritrattista. Nel 1958 ha ottenuto il “Premio Campigna” dipingendo uno scorcio di foresta casentinese.
Nel 2005, a seguito della donazione della propria biblioteca d’arte al paese natale, l’Istituto regionale per i beni culturali gli dedica una mostra, presentata prima a Fusignano e a Ravenna, assieme al catalogo Biblioteca d’artista. I libri e la pittura, a cura di Orlando Piraccini e Paolo Trioschi, cui segue l'esposizione tenutasi a Lugo nel 2009.