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Musica, un romagnolo protagonsita in Francia: Olmi dirige a Nancy

Intervista al maestro ravennate che da venerdì sarà protagonista a Nancy, uno dei cinque principali teatri francesi, con "Italiana in Algeri" di Rossini: "Il teatro deve divertire, non fare lezioni di filosofia"

E’ uno degli appuntamenti musicali più attesi di questa parte della stagione francese e vede tra i suoi protagonisti assoluti un romagnolo, il maestro Paolo Olmi. Venerdì sera a Nancy il direttore d’orchestra ravennate d’adozione, porterà in scena “Italiana in Algeri”, opera divertente e giocosa del quasi romagnolo Gioacchino Rossini. Olmi è ormai di casa nella graziosa cittadina francese, dove dirige da ormai dieci anni.

Maestro Olmi, venerdì a Nancy lei tornerà in scena dopo il successo del concerto Ravenna-Betlemme. Porterà in scena “Italiana in Algeri”, opera di Rossini. Perché questa scelta?
Dirigo a Nancy da 10 anni e salvo rare eccezioni ho sempre portato titoli del repertorio italiano, che in questa parte della Francia non è molto rappresentato. Qui sono più in voga musica contemporanea, francese, tedesca e slava.

Una scelta coraggiosa quindi.
Una scelta che ritengo opportuna, anche perché abitualmente c'è tantissimo pubblico per la musica italiana, benchè la tradizione non la favorisca in questa zona dell’Europa. Per questo ho sempre scelto titoli che potevano essere meno originali, fatta eccezione per l’anno in cui portai “Medea” di Cherubini, che resta uno dei più grandi successi ottenuti qui.

Questa volta tocca ad Italiana in Algeri.
Sì, per combinazione mi è capitato di farla anno scorso a Bordeaux con un buon successo, tanto che oltre a Nancy a Febbraio, a maggio saremo Bologna in un'altra produzione totalmente differente con l'eccezione del tenore, che rimarrà lo stesso che abbiamo qui in Francia, un 29enne cinese diplomatosi all'accademia rossiniana di Pesaro.

Perché oggi è così difficile portare i giovani a teatro?
Il rischio in queste operazioni è che si vada a teatro con un'attitudine che a mio parere deve essere corretta; a teatro si va per divertirsi, non per prendere lezioni di filosofia o andare a Messa. Da qui la scelta, ad esempio, di inserire in un programma molto impegnato come quello di Nancy, questa “Italiana in Algeri” molto più scanzonata e divertente.

Sappiamo che quest’opera avrà un allestimento particolare. Ci può dire qualcosa di più?
In tutte le opere c'è una parte che non si può cambiare ed è quella musicale e il libretto. La parte teatrale è molto più convenzionale perche queste opere sono state scritte in un'epoca in cui non c'erano le condizioni di oggi e lo stesso mondo dei palcoscenici è cambiato da allora. Molti teatri all'epoca in cui sono state scritte molte opere, non esistevano neppure. Inoltre in aggiunta al teatro oggi ci sono il cinema, la televisione e molto altro. Anche la convenzione teatrale deve mutare. “Italiana in Algeri” è stata scritta 199 anni fa.

Quali cambiamenti quindi per questo allestimento?
Invece di un naufragio in Algeria qui si tratta di un atterraggio di fortuna di un areo in un posto non identificato in mezzo ad una forestra tropicale. La trama di quest’opera è talmente surreale che questo lo consente, non è come il Barbiere di Siviglia ad esempio, dove è tutto molto più vincolante. Rossini non vuole raccontarci una storia come fa Verdi, ad esempio, ma creare situazioni tali in cui ci si diverte a sentire i cantanti e si ride perchè vengono costretti a cantare in situazioni paradossali che li trasforma un po' in automi e marionette. Non in tutte le opere il cambiamento di ambientazione funziona, non ne sono un propugnatore; ma questa mi convince particolarmente.

Come è nato il suo legame con questa cittadina?
Il sovrintendente di Nancy era la stessa pesona che anni prima sovrintendeva il teatro di Strasburgo, nel quale io andavo spesso. Successivamente sono stato invitato qui nel 2006, quando Nancy ha avuto riconoscimento di "Opéra National" che in Francia hanno solo 5 teatri, avendo la possibilità di fare un salto di qualità.
 

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