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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Spiagge Soul chiude, ma guarda già avanti: "L'obiettivo è migliorarsi ancora"

Fiore all’occhiello del festival è stato l’approfondimento sulle tradizioni musicali di New Orleans, con la partecipazione di alcuni dei migliori artisti provenienti dalla città della Louisiana

Gli artisti internazionali a suonare sulla sabbia, un pubblico appassionato e numeroso che segue ogni concerto e quella magia che da dieci anni si ripete sulle Riviera, trasformata per venti giorni in una piccola New Orleans. Si chiude lunedì con gli ultimi concerti la decima edizione di Spiagge Soul, il festival diffuso che dal 2009 porta sui lidi ravennati la grande musica dell’anima. Ma già si guarda al futuro, perché ci sono tanti progetti in corso, a partire da una versione invernale della rassegna ancora più articolata dell’anno scorso, con al centro il Gospel, un altro filone della black music tutto da esplorare.

Nei 20 giorni del festival quest’anno si sono succeduti ben 44 concerti, due mostre dedicate ai mostri sacri del Jazz sviluppate con il New Orleans Jazz Museum e anche un seminario per i ragazzi dell’Orchestra Giovani di Ravenna, che ha consentito a questi musicisti in erba di confrontarsi coi grandi del mestiere. Tutto gratuito, come impone la filosofia del festival. Dal 14 luglio al primo agosto (e poi con i concerti aggiuntivi del 10 e 13 agosto) si sono alternati nelle strade, nelle piazze e direttamente sulle spiagge artisti italiani e internazionali provenienti da 7 Paesi diversi, coinvolgendo 16 location tra luoghi pubblici e strutture private, rinnovando una collaborazione che caratterizza l’evento fin dalla prima edizione, fra tutti gli attori del territorio: organizzatori, imprenditori privati, Pro Loco, Comune e Regione. E anche festival di altre regioni, visto che alcuni dei musicisti che si sono esibiti a Spiagge Soul sono poi entrati nel programma di eventi come Tolfa Jazz (nel Lazio), Dal Mississippi al Po (Piacenza) o Musicastrada (Livorno).

"Spiagge Soul è diventato un appuntamento caratteristico dell’estate, riconosciuto e apprezzato dal pubblico - dice Francesco Plazzi, direttore artistico del festival -. Abbiamo sempre avuto ogni giorno uno o più artisti internazionali in programma e il consolidarsi della collaborazione col New Orleans Jazz Museum, su cui continueremo a lavorare, consentirà di innalzare ulteriormente la qualità artistica. Dopo dieci anni, inoltre, questo evento sta spingendo altri attori del territorio verso l’approfondimento della musica dal vivo e si sta sviluppando anche una rete con altri festival, con cui collaboriamo, come se questa nostra “pianta” stesse germogliando anche fuori dai lidi ravennati. Ora l’obiettivo, come ogni anno, è quello di migliorarsi ancora".

"Sempre più bella e coinvolgente la programmazione di Spiagge Soul - commenta l’assessore al Turismo del Comune di Ravenna, Giacomo Costantini - che ci ha regalato allegria a tempo di musica sui nostri lidi e in altri luoghi entrati nell’immaginario della nostra proposta di intrattenimento serale, come il Bacino pescherecci a Marina di Ravenna. Serate seguitissime grazie anche a nuove sperimentazioni come la parata della New Orleans Street Parade che ha accompagnato il pubblico, da viale delle Nazioni al Bacino, in occasione dei fuochi d’artificio del 22 luglio. Interessanti e da sviluppare anche altre formule come i live all’ora di pranzo che arricchiscono sempre di più l’offerta turistica, con un’attenzione particolare a chi è sui nostri lidi per godersi le vacanze".

Fiore all’occhiello del festival è stato l’approfondimento sulle tradizioni musicali di New Orleans, con la partecipazione di alcuni dei migliori artisti provenienti dalla città della Louisiana, una delle culle mondiali della musica moderna, alla ricerca dei possibili legami con l’accogliente terra della Riviera romagnola. In particolare la partecipazione della Soul Brass Band, che ha suonato e coinvolto il pubblico sia in parata per le strade di Marina di Ravenna che nei concerti dal palco, oltre che nei pranzi jazz e nei seminari coi giovani musicisti. Ma restano fissate nella memoria anche le esibizioni del pianista inglese Dom Pipkin, quelle più contemporanee del sassofonista Khris Royal, il tributo a Louis Armstrong del trombettista Leon “Kid Chocolate” Brown, premio Grammy Award, così come il blues travolgente del chitarrista statunitense Chris Cain e di Zac Harmon. Ma hanno stregato il pubblico anche le sonorità latin dell’Orkesta Mendoza, una delle formazioni che più hanno caratterizzato il programma, e la carica dei francesi The Buttshakers, Shaolin Temple Defenders e Lehmanns Brothers.

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