"Le Amanti" al Ridotto del Teatro Masini di Faenza
Il Festival itinerante Focus Jelinek, dedicato alla grande autrice Elfride Jelinek, Premio Nobel per la Letteratura 2004, giunge a Faenza, al Ridotto del Teatro Masini, con lo spettacolo Le Amanti, adattamento teatrale dell’omonimo romanzo della scrittrice austriaca. La pièce, presentata dalla compagnia Teatrino Giullare, andrà in scena giovedì 12 febbraio alle 21.
TRAMA - Protagonista di questa storia è l’Amore, Eros, con le sue angosce, le sue spesso fallaci promesse; ma anche la provincia, quel luogo in cui le cose si decantano, e che sia la provincia austriaca è quasi un dettaglio. Vengono alla luce due vite, quella di Brigitte, che lavora in una fabbrica di reggiseni, e quella di Paula, quindicenne che lotta contro i genitori per sfuggire a una vita senza prospettive. Brigitte ha le idee chiare: accaparrarsi con le unghie e con i denti l’amore di Heinz. Paula, data la giovane età, è più confusa, ma anche lei s’innamora, perché solo l’amore sembra poter dare senso alla sua esistenza. Il linguaggio straordinario dell'autrice, di grande impatto, irruente e sofisticato, giocato sul filo del calembour e del paradosso, a tratti irresistibilmente comico viene rispettato ed esaltato dall'adattamento teatrale operato dalla compagnia.
Con leggerezza sarcastica e soluzioni sceniche sorprendenti la messa in scena di Teatrino Giullare gioca con la misera condizione delle due donne, dominate da maschi eternamente posseduti dalla libidine, vittime di famiglie in cui la povertà dei sentimenti causa un letargo idiota, simile alla morte. Una regia rigorosa e lucida che con invenzioni visive ai confini tra teatralità e installazione artistica mette a fuoco un’immagine fosca e tagliente della razza umana, l’insensatezza della vita lavorativa, le ossessioni di due giovani donne che si aspettano che solo dall’amore venga fuori il riscatto di un’esistenza altrimenti insignificante. Una duello teatrale tra Eros e la brutalità in cui la satira prende come oggetto la retorica sull’Amore, che si rivela l’ennesima mistificazione dell’essere umano per non vedere la povertà dei suoi orizzonti.