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Temporali nel ravennate e nel faentino: giornata all'insegna dell'instabilità

Una serie di temporali hanno interessato buona parte del ravennate già nella mattinata di mercoledì, mentre nel pomeriggio si è formata un'intensa linea temporalesca che dal faentino si è spostata verso est

Altra giornata all'insegna dell'instabilità sulla Romagna. Una serie di temporali hanno interessato buona parte del ravennate già nella mattinata di mercoledì, mentre nel pomeriggio si è formata un'intensa linea temporalesca che dal faentino si è spostata verso est e verso il mare. Grandinate a macchia di leopardo nel ravennate e in Bassa Romagna. Accumuli d'acqua degni di nota a Boncellino, con 29,2 mm di pioggia.

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Per la giornata di giovedì, annuncia la Protezione Civile dell'Emilia Romagna, "permarranno condizioni di spiccata instabilità connessa ad un flusso di correnti da sud-ovest. Dal pomeriggio sulle aree appenniniche di crinale occidentali e su quelle collinari centro-orientali, la ventilazione è prevista su valori intorno ai 75 Km/h (con raffiche temporaneamente più intense). Sempre nelle ore pomeridiane e serali è alta la probabilità di eventi temporaleschi localmente anche forti, in particolare sul settore occidentale della regione e lungo l'asta del Po. I fenomeni temporaleschi sono previsti in attenuazione nel corso della notte, mentre la ventilazione resterà ancora attiva".

Un pazzo giugno segnato lungo la Penisola fino ad ora da 7 eventi estremi al giorno tra violenti nubifragi, grandine di grande dimensioni e bufere di vento, più del doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+124%). E’ quanto emerge da una elaborazione di Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database in riferimento all’ultima ondata di maltempo con grandinate e bombe d’acqua da nord a sud del Paese.

"Nubifragi, allagamenti, frane e grandine – sottolinea la Coldiretti - hanno provocato molti danni nelle città e nelle campagne dove si contano perdite per milioni di euro. Si tratta dell’ultima spallata del clima impazzito in una maledetta primavera che – secondo la Coldiretti – è iniziata con il gelo che ha compromesso le fioriture ed è proseguita con il caldo torrido e la siccità per andare a concludersi con le tempeste da nord al sud del Paese. Il risultato sono pesanti danni alle coltivazioni con la perdita in molte aziende di un intero anno di lavoro, con il crollo dei raccolti nazionali, dalle pesche alle nettarine (-28%) fino alle albicocche (-58%), fino alle ciliegie. Le precipitazioni sempre più intense e frequenti con vere e proprie bombe d’acqua si abbattono su un territorio reso fragile dal dissesto idrogeologico con 7275 i comuni italiani complessivamente a rischio per frane o alluvioni (il 91,3% del totale)".

"Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne".

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