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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

"A come agricoltura", l'impegno della candidata al Senato della Lega, Maria Marabini

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Oggi la nostra agricoltura emiliano - romagnola, attraversa una situazione di profonda crisi, non solo dovuta a vincoli imposti dall’Unione Europea ed a una concorrenza sleale da parte di altri Paesi produttori con un costo di produzione più basso ma anche dal fatto che altrove, hanno vincoli produttivi meno stringenti dei nostri. Per avere un'agricoltura competitiva, l’Italia deve puntare sui marchi di eccellenza che possano essere un brand per tutto il settore e difendere a spada tratta il made in Italy. Priorità è difendere la nostra terra e l’eccellenza dei nostri prodotti. Il settore agricolo, al pari di tanti altri settori produttivi, è impegnato da tempo a sopravvivere nella competizione globale dei mercati dai quali spesso è escluso a causa del suo peso secondario, dalle opportunità che la dimensione globale del mercato riserva ai grandi operatori del più ampio settore agroalimentare

Gli agricoltori si devono purtroppo muovere in un sistema governato da politiche di settore ormai completamente europeo con competenza esclusiva attraverso la politica agricola comune (PAC), all’interno del mercato unico europeo condizionato sempre più spesso con paesi terzi. Il Pd in questi anni ha preferito lasciare il campo a interessi europei opposti rispetto alle esigenze italiane. La dimostrazione del parziale fallimento del PAC è ben rappresentata da stime sull’occupazione che la stessa commissione europea ha recentemente pubblicato. A partire dal 2018 secondo il rapporto la forza di occupazione agricola si ridurrà del 3.2% in media all’anno. Questo dato preoccupante è dovuto ai cambiamenti all’interno dell’industria agroalimentare dell‘UE, ma anche dal fatto che l’opportunità di impiego sono previste in altri settori e le aree rurali stanno affrontando difficoltà nella creazione di posti lavori spingendo verso una migrazione continua verso i centri urbani.

Non da ultimo i costi come energie e fertilizzanti aumenteranno del 3%, mentre i costi del mangime attualmente bassi a causa dei prezzi dei cereali dovrebbero aumentare negli anni successivi. Il prossimo governo Lega Salvini Premier lavorerà per cercare una inversione di rotta e per noi diventerà fondamentale incidere per condizionare le scelte all’interno della prossima riforma PAC 2020 il cui dibattito inizierà già nel 2018. Sfrutteremo tali nostre azioni al governo per una gestione più italiana di alcuni elementi del PAC per renderli più efficaci, utili e meno burocratici per offrire agli agricoltori più attività di manovra di supporto nelle filiera di maggior valore. Chiederemo di semplificare le azioni di sviluppo rurale e modificare l’approccio che organizza il finanziamento di aiuto a tali  aree rurali affinchè venga eliminata la doppia burocrazia legata a tutte le pratiche. Tuteleremo e amplieremo le deroghe di mercato che vogliamo riformare e che oggi disegnano in nome della libera concorrenza senza regole, un panorama dove il concetto di qualità viene pesantemente penalizzato.
Il settore agricolo avrà anche bisogno di un nuovo approccio in Europa sugli accordi di libero scambio con i Paesi terzi; oggi il modello seguito dall’UE non tiene – strumentalmente - conto dell’impatto occupazionale del libero scambio con Paesi a forte vocazione esportatrice agricola. Finora abbiamo assecondato una politica che permette l’invasione a dazio zero di materie prime agricole in cambio dell’esportazione di prodotti trasformati.

L’U.E. ha trattato l’Italia come una nazione di serie B. Noi saremo chiari e determinati sulla tracciabilità degli alimenti. Punteremo alla trasformazione di un ministero prettamente “agricolo” ad uno che potrà abbracciare parte degli ambiti di azione dello Sviluppo Economico legate all’agroalimentare. Il Governo Renzi, sull’onda dell’emergenza, varò tre anni fa il progetto “Italiasicura” (7,7 miliardi di euro) per rinforzare argini, costruire scolmatori e casse di espansione per le piene, allargare i canali tombati, erigere muri di contenimento ecc…;  finora il denaro utilizzato è stato trasferito dallo Stato alle Regioni ed è servito ad aprire prevalentemente alcuni cantieri nelle città metropolitane. Cercheremo all’interno delle trattative per la nuova PAC, di dedicare alla gestione del territorio una parte degli impegni agroambientali  creando uno strumento “stabile” di sostegno finanziario a questo tipo di azioni. Ci adopereremo rapidamente affinchè si limiti il fenomeno dell’abbandono di terreni agricoli in zone collinari e montane che ora vengono ri-colonizzate da comunità selvatiche, sia animali sia vegetali e perché l’attività venatoria si specializzi sempre di più per il proprio fondamentale ruolo di servizio pubblico rivolto alla gestione del territorio.

Maria Marabini, candidata al Senato per la Lega Salvini Premier

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