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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica Conselice

A Conselice primo consiglio in videoconferenza: i consiglieri donano i loro gettoni

Con la surroga del consigliere Antonio Manta, sostituita da Silvia Berardi, il Consiglio oggi conta 5 gruppi consiliari, visto che la nuova consigliera ha dichiarato di costituire il gruppo misto

E’ andato in scena giovedì sera il primo consiglio comunale di Conselice in videoconferenza. Il consiglio si è svolto regolarmente, ripristinando il confronto democratico: anche se va detto che i capigruppo e i consiglieri erano stati sempre aggiornati, nelle settimane precedenti, sulla situazione della pandemia.

Dopo una comunicazione di aggiornamento sulla situazione Coronavirus, tutti i gruppi, così come il sindaco, hanno ringraziato i cittadini e le imprese per il comportamento responsabile tenuto nella fase di restrizioni e per la grande solidarietà dimostrata, visti i gesti di aiuto e di volontariato attivati e le notevoli donazioni erogate. Importante segnale di solidarietà anche da tutte le forze politiche, che hanno deciso di devolvere il gettone di presenza al progetto "Mettiamoci il cuore", su proposta della capogruppo di maggioranza Rita Brignani. I gruppi hanno espresso la volontà di condividere, con i fondi destinati al Comune, una progettazione "comune" con la Giunta. “Mettiamoci il cuore”, il progetto del Comune di Conselice attivato per le donazioni legate alla emergenza, ha già raccolto oltre 22 mila euro da 32 soggetti, tra semplici cittadini, associazioni e imprese del territorio. 

Con la surroga del consigliere Antonio Manta, sostituita da Silvia Berardi, il Consiglio oggi conta 5 gruppi consiliari, visto che la nuova consigliera ha dichiarato di costituire il gruppo misto. “Ora si apre una fase complessa – ha detto il sindaco Paola Pula - che deve tenere insieme tutta la comunità, donne e uomini, famiglie, imprese e lavoratori, e far coesistere servizi di protezione delle fasce più fragili, sostegno alle imprese, nuova progettazione di alcuni servizi fondamentali a partire da quelli educativi e per una nuova possibile socialità, un ripensamento sulla distribuzione e utilizzo degli spazi pubblici. Occorre riprogettare una organizzazione diversa della nostra società e del nostro vivere, individuale e collettivo, stando sempre dalla parte dei più deboli”.

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