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A Ravenna nasce il comitato d'azione civile 'Ritorno al Futuro'

Del comitato fanno parte anche l'assessore del Comune di Ravenna Roberto Fagnani e l'assessore regionale Manuela Rontini

A Ravenna si è costituto il "Comitato di Azione Civile - Ritorno al Futuro - Europa Ravenna 2”, che si unisce agli altri già presenti nel territorio. Del comitato fanno parte anche l'assessore del Comune di Ravenna Roberto Fagnani e l'assessore regionale Manuela Rontini.

"Saremo parte della rete di Comitati lanciati da Matteo Renzi da alcune settimane e legati fra loro su base geografica e/o tematica, il cui lavoro sarà alimentato da campagne di azione e di informazione, mettendo in circolo le idee sviluppate dal basso e le competenze di ciascuno degli aderenti - spiegano i membri del gruppo - Questi nuovi contenitori vogliono attirare chi vive l'impegno civile in prima persona, per intrecciare passioni, idee, voglia di difendere la democrazia e quei principi costituzionali ricevuti da chi ci ha preceduto, affinché siano trasmessi a chi verrà dopo di noi. Vogliamo contribuire alla creazione di un argine ai nazionalismi ed ai totalitarismi, operando contro le paure dell'oggi, basate su odio, intolleranza, ignoranza ed arroganza. Vogliamo essere un luogo di ragionevolezza e speranza, di resistenza civile. Riteniamo sia sempre più necessario riuscire a convivere divisi sui contenuti ma uniti dalle regole, ma oramai anch'esse sono messe in crisi dall’ondata populista e nazionalista che sta spazzando l’Occidente, in cui l’Italia risulta il laboratorio più visibile e preoccupante. Le forze populiste oggi al governo nel nostro Paese hanno messo nel mirino le regole del gioco: i cardini del nostro vivere civile, principi base della nostra democrazia che fino a oggi avevamo considerato come accettati e condivisi da tutti, improvvisamente sono messi in discussione e ridotti al rango di mere opinioni. Le funzioni di garanzia e le autorità indipendenti sono sotto attacco, la libera stampa è minacciata, i pesi e contrappesi costituzionali sono considerati vincoli che si contrappongono al solo “volere del popolo”. È cambiato anche il linguaggio: in Italia si dicono apertamente cose che fino a pochissimo tempo fa non si sarebbe mai osato pronunciare in pubblico; si è sdoganato un linguaggio di odio sconosciuto alla nostra identità e alla nostra cultura. Non è un problema solo politico, è un problema civile. Quando ad essere messi in discussione sono i fondamenti stessi del nostro contratto sociale non basta più delegare al proprio parlamentare od al proprio sindaco: nell’agire collettivo, la difesa dei valori democratici non può che essere una responsabilità condivisa da ciascuna e ciascuno di noi".

"Questo sono i “Comitato di Azione Civile - Ritorno al Futuro”: una scelta di campo, una chiamata all’azione in difesa di valori base che pensavamo garantiti per sempre ed oggi rimessi in discussione, come l’Europa, la democrazia rappresentativa, la crescita sostenibile, il sapere, la giustizia, la “verità”, la società aperta - continuano - L’Europa sarà uno dei nostri temi, ma non l'unico, del quale si occuperà il nostro Comitato, considerandolo nelle tante sfaccettature e negli impatti nel quotidiano di tutti, famiglie ed imprese. Fin da subito, però, anche il nostro Comitato si impegnerà nella raccolta firme a sostegno della proposta di Legge di iniziativa popolare denominata “#ItalianoChiStudia”, progetto che rilancia quanto già approvato nella precedente legislatura soltanto dalla Camera dei Deputati volendo così, idealmente, ripartire da dove il Parlamento si era fermato. Siamo consapevoli che per molti di noi questa formulazione – frutto all’epoca di una mediazione – non rappresenti la proposta di legge perfetta, ma oggi è lo strumento più immediato per sollecitare il Parlamento a riaprire quel dibattito, per costruire norme che riconoscano la cittadinanza italiana a quelle bambine e a quei bambini definiti “stranieri” che invece fanno pienamente parte delle nostre comunità, per le relazioni che vivono, per i percorsi di educazione e formazione alla cittadinanza che seguono, per i percorsi scolastici che frequentano".

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