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Accademia delle Belle Arti, CambieRà tra gli studenti: "Nostra attenzione sempre alta"

Gli esponenti del Movimento civico CambieRà hanno visitato giovedì l'Accademia delle Belle Arti, raccogliendo le indicazioni degli studenti

Gli esponenti del Movimento civico CambieRà hanno visitato giovedì l'Accademia delle Belle Arti, raccogliendo le indicazioni degli studenti. "E’ fortemente sentita la mancanza di una fermata bus davanti all’Accademia, con passaggi frequenti da e per la stazione - viene evidenziato da CambieRà -; ma anche la mancanza di una sala mensa interna attrezzata che possa compensare alla lontananza dal centro e dai principali locali in cui poter pranzare (attualmente i ragazzi vanno a far spesa al supermercato accanto); e la mancanza di un’area di accoglienza e gestione amministrativa, come ad esempio una vera e propria aula magna, una segreteria e un paio di uffici". Gli studenti, aggiungono da CambieRà, avvertono "l’abbandono da parte delle Istituzioni in termini di coinvolgimento dell’Accademia soprattutto per quanto riguarda festival e/o mostre, ma soprattutto è fortemente sentita la totale mancanza di visione d’insieme di quella che può essere la forza motrice che il lavoro degli accademici può offrire alla città".

"In questi giorni tutte le forze politiche si sono mosse ed interessate al problema, maggioranza compresa. Peccato, però, che fare finta di cadere dal pero quando tali condizioni sono esattamente il risultato di decenni di menefreghismo politico (della stessa maggioranza odierna) per quanto riguarda la volontà di investire sul settore artistico-culturale, lo riteniamo piuttosto ipocrita - proseguono da CambieRà -. Durante gli anni in cui si lottava per la valorizzazione dell’Università nella nostra città, l’Accademia venne lasciata all’angolo in quanto appunto non appartenente alla categoria degli Atenei e tale errore venne commesso sempre da coloro che oggi sono al governo; singolare quindi vedere come, ad oggi, siano tutti pronti a fare visite di gruppo e plausi ai giovani talenti, come se si accorgessero solo ora che Ravenna ospita una delle cinque Accademie più antiche d’Italia".

"Riteniamo inoltre che possa essere rischioso in questo momento il processo di statalizzazione della stessa, rendendola quindi indipendente dall’Università di Bologna, in quanto l’Istituto non sarebbe assolutamente in grado di auto sostenersi e di rimanere in vita, date le condizioni in cui il Comune l’aveva lasciata prima dell’arrivo delle dirigenze bolognesi - viene aggiunto-. Sarebbe quindi opportuno intraprendere, prima di tutto, una strada di valorizzazione del patrimonio artistico, culturale, turistico e produttivo che essa rappresenta, rendendola quindi nuovamente un’Accademia con la A maiuscola, sfruttata, promossa ed esaltata con ogni mezzo ed in ogni occasione utile. Per ottenere questo, però, è indispensabile riuscire ad avere capacità di programmazione, lungimiranza e consapevolezza del calibro che l’arte, in ogni sua sfaccettatura, potrebbe regalare a questa nostra spenta città. Noi continuiamo a crederci e lo faremo anche quando l’onda mediatica si affievolirà e tutti si dimenticheranno di nuovo che in città c’è una delle più importanti Accademie italiane".

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