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Giovedì, 28 Marzo 2024
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"In nome del dio denaro non si puó distruggere la nostra costa"

"Noi intanto proseguiremo a sventolare il nostro vessillo e quello di Goletta verde, che hanno fatto il giro dell’intera Italia: “Angelina fermati Lido di Dante sprofonda. No trivelle!""

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Per difendersi dalle motivate contestazioni elevategli per primo dal sottoscritto e poi da tutte le parti, anche interne alla maggioranza, sul nuovo accordo tra Comune ed ENI sulle estrazioni di metano dal sottosuolo ravennate, il nostro sindaco ha assicurato che esso garantisce "il futuro di questo comparto, l'approvvigionamento energetico del nostro Paese per renderlo più indipendente, elevato livello di conoscenza per quel che riguarda le correlazioni tra attività estrattive, fenomeni sismici, subsidenza". Non sapendo più come giustificare la scellerata politica di devastazione ambientale che il suo partito, dalla Regione al Comune, impone agli sfortunati abitanti del nostro territorio, in primis sulla costa, Matteucci ci mette la faccia ed offre il petto. Francamente ci dispiace, perché è umanamente un brav'uomo.

Ma di quale "elevato livello di conoscenza" parla, affermando che il progetto di "re-iniezione" (immettere acqua pressurizzata nel pozzo, per compensare il buco di pressione lasciato dal metano estratto) è in grado di neutralizzare il fenomeno della subsidenza? Prima di tutto, ancora non è stato chiarito il grado di inquinamento che l'acqua re-immessa nel sottosuolo provocherebbe alle acque di falda. Per secondo, esiste un ampio dossier, sottoscritto o condiviso dalla gran parte degli uomini di scienza, secondo cui, per riportare al naturale livello fisiologico la subsidenza, non c'è altra strada che fermare le trivellazioni. È la strada che Rovigo, con i nostri stessi problemi, sulla stessa linea del nostro litorale, ha praticato con successo. E poi, non è solo la costa a sprofondare nella galoppante subsidenza, ma anche l'entroterra. Difatti, Eni ha ottenuto il rinnovo della concessione fino al 2027 che l'autorizza a estrarre metano anche nell'entroterra, per cinque chilometri, pur essendo il pozzo ("Angelina") in mare.

Ma il nostro sindaco non si rende conto che a fronte dei 12 milioni "regalati" da Eni se ne dovrebbero spendere un'enormità per rimediare ai danni che le estrazioni provocano? Non lo dicono uomini di strada, ma gli studiosi di Arpa e della stessa Regione Emilia Romagna, i quali, più volte intervenuti sull'argomento, hanno messo in guardia sul galoppante indice di subsidenza della costa, e soprattutto a Lido di Dante. Sullo studio commissionato dalla Regione a un pool di esperti a seguito del terremoto del 2012, cosiddetto rapporto Ichese, con cui ha tentato di placare gli animi, Matteucci denota di non averlo letto bene. La commissione non ha fatto alcuna dichiarazione o raccomandazione rassicuranti, avendo invece affermato di non potere escludere che ad accelerare i processi naturali che hanno portato agli eventi sismici del 2012 siano state proprio le attività umane di estrazione. Tanto è vero che si è tentato perfino di non far conoscere questo rapporto. Bisogna dire grazie alla rivista scientifica Science, che ne ha informato l'Italia per intero quando in Regione lo avevano ricevuto da due mesi, ben guardandosene dal diffonderlo. Vasco Errani, allora presidente della Regione, fu costretto a scusarsene.

Insomma, siamo alle solite. In nome del dio denaro si sacrifica ogni cosa - l'ha appena ricordato Papa Francesco nell'udienza del mercoledì - salvo poi spenderne cento volte tanto per tentare di rimediare agli errori commessi. Sì, tentare, poiché contro la natura nessuna opera è in grado di riportare lo stato dei luoghi alle sue origini. Come giustamente ha scritto Legambiente, ricordando la profezia dell'ing. Zamboni, si prospetta, tra non molti anni, uno scenario olandese, con la scomparsa delle spiagge e la necessità di realizzare grandi e costosissime dighe a difesa dei centri abitati costieri e del loro entroterra. Siamo arcistufi di essere governati da persone che non amano il nostro territorio e i suoi incomparabili siti con habitat di rara bellezza. Prima tolgono il disturbo meglio è. Speriamo già nel 2016, poiché le errate politiche di oggi costituiscono disastri per i figli dei nostri figli. Noi intanto proseguiremo a sventolare il nostro vessillo e quello di Goletta verde, che hanno fatto il giro dell'intera Italia: "Angelina fermati, Lido di Dante sprofonda. No trivelle!"".

Pasquale Minichini - Lista per Ravenna consiglio territoriale Mare

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