"Premesso che il Gruppo che ho l’onore di presiedere voterà con un secco no la delibera che rinnova sindacato di voto e sindacato di blocco per quanto riguarda i soci pubblici di Hera, con ciò probabilmente andando involontariamente nella stessa direzione per cui i sindacati protestano, ritengo che l’agitazione dei lavoratori organizzati contro scelte politiche che personalmente combatto ma che hanno piena legittimità ad essere effettuate, in questo caso sia assolutamente campata per aria e dimostri ancora una volta come il sindacato non si accontenti di essere tale ma preferisca farsi partito e imporre scelte come se si fosse candidato alle elezioni.

Per quanto riguarda Forza Italia il problema di Hera e’ a monte e l’attuale dibattito sulla vendita di azioni pubbliche guarda al dito anziché alla luna. Nella nostra visione liberale infatti, il Comune infatti deve effettuare un forte taglio sulla propria spesa corrente e prendere atto che non dovrà più possedere alcuna azione, dunque rinunciare ai dividendo delle azioni, ovviamente vendendole tutte in base alle migliori condizioni di mercato.

A quel punto si dovrà immediatamente superare il sistema dell’affidamento diretto e Hera dovrà finalmente partecipare a pubblici bandi di gara alla pari con altri concorrenti. In tal modo i comuni usciranno dall’ambiguita’ che gli è servita solo per piazzare politici su poltrone ben retribuite senza benefici veri per i cittadini, di essere in conflitto di interessi fra il loro ruolo di azionisti e il loro ruolo di “clienti” della multiutility che vincerà il bando. Questa la nostra visione liberale. Quella che non hanno ne’ il Pd renziano, ne’ ovviamente la Cgil".