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Cittadinanza a Rossella Urru, Ancisi: "Matteucci usa metodi fascisti"

"È lo stesso metodo con cui, nel periodo fascista, furono concesse tre cittadinanze onorarie ad altrettanti gerarchi del regime, Mussolini compreso. La differenza è quella che distingue un podestà da un sindaco"

"Ho apprezzato lo spirito di solidarietà umana e l’impulso emotivo che hanno portato i miei colleghi consiglieri comunali di Ravenna, Grandi e Stampa, a chiedere di valutare (cioè di discutere con la città e col consiglio comunale, non di imporre a scatola chiusa, come ha fatto il sindaco con la sua maggioranza) la possibilità di concedere la cittadinanza onoraria a Rossella Urru". Lo ha detto Alvaro Ancisi, capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna.

"Ma non ho potuto evitare di esprimere un’astensione sul voto, per il metodo praticato, che dimostra la strumentalizzazione politica di un’onorificenza che dovrebbe rappresentare tutta la città e non il suo capopolo di turno. È lo stesso metodo con cui, nel periodo fascista, furono concesse tre cittadinanze onorarie ad altrettanti gerarchi del regime, Mussolini compreso. La differenza è quella che distingue un podestà da un sindaco".
 
"Con la sola eccezione dell’attribuzione a Dario Fo, a cui è stato contestato l’esiguo rapporto con la città di Ravenna, tutte le 26 cittadinanze onorarie di Ravenna, dal 1859 ad oggi, da Garibaldi a Saviano, escluse le tre del regime fascista, sono state assegnate all’unanimità del consiglio comunale e previo confronto coi capigruppo consiliari. Si è trattato in genere di personalità di grande spessore storico, culturale, artistico o sociale, con forti legami con la nostra città, o che si sono battute, pur se straniere, nella guerra di liberazione di Ravenna, nelle quali l’intera cittadinanza si è riconosciuta senza distinzioni di parte. L’unanimità del consiglio è stata raggiunta anche negli ultimi due casi, proposti dal sindaco Matteucci, controversi per varie ragioni, di Mia Causevic e di Roberto Saviano (che neppure è venuto a Ravenna a ritirare l’atto di conferimento né ci risulta abbia firmato l’atto di accettazione)" dice Ancisi.

"Non è in discussione Rossana Urru, né la stima e l’affetto della cittadinanza per la sua persona. Ma la nuova proposta del sindaco di conferire la cittadinanza onoraria a Rossella Urru è arrivata in consiglio comunale il 30 luglio con un colpo di maggioranza che ha confermato la volontà del sindaco di strumentalizzare, ai fini di una banale operazione pubblicitaria, i sentimenti generali dei cittadini ravennati di apprezzamento per un’ottima professionista della cooperazione decentrata (non una volontaria, tra l’altro, non una missionaria) e di sollievo e gioia per la sua liberazione dopo un lungo e angoscioso rapimento. Nessun confronto è avvenuto preliminarmente coi capigruppo consiliari per valutare se la proposta avrebbe raccolto l’almeno ampio consenso che una cittadinanza onoraria richiede, dovendo rimanere nei secoli nell’albo d’oro della città di Ravenna. La richiesta scritta dei capigruppo di opposizione, condivisa o non contrastata dai capigruppo di maggioranza, tranne quello del PD, di convocare preliminarmente la commissione Affari istituzionali, onde “permettere un serio approfondimento dei criteri e delle modalità per proporre e rilasciare le cittadinanze onorarie”, è stata respinta con la sconsolante motivazione di voler sfruttare subito l’onda mediatica della liberazione della Urru dalle mani dei rapitori. Il risultato è stato un consiglio comunale spaccato laddove avrebbe dovuto essere unito e uno spettacolo negativo immeritato per la stessa Urru, destinato a riprodursi all’atto del conferimento dell’onorificenza".
 

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