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Ancisi: "Le toilettes 'all'insaputa' di piazza Kennedy? Chi siede in giunta doveva sapere"

"Sta a chi approva i progetti conoscere a fondo le strutture edilizie da introdurvi e valutarne se e come si inseriscano nel contesto. Non mancano certo i dirigenti e i tecnici".

Se nemmeno il sindaco e la giunta sapevano della volumetria e dell'impatto delle tanto discusse toilette installate in piazza Kennedy, sul fronte di via Massimo D'Azeglio, a maggior ragione non possono essere chiamati in causa i consiglieri comunali, in special modo quelli dell'opposizione, che sono stati tenuti all'oscuro sul progetto edilizio e sulle successive varianti. Alvaro Ancisi, storico esponente dell'opposizione ravennate, ancora sui banchi di palazzo Merlato in rappresentanza di Lista per Ravenna, risponde così a chi lo ha definito "un indignado".

"Il progetto di piazza Kennedy non è mai passato in consiglio comunale. Per legge, sui progetti edilizi è infatti competente solo la giunta, mentre al consiglio comunale (dove siede l’opposizione) sono invece riservati i piani urbanistici. A tali piani che, a partire dal piano generale del traffico urbano (PGTU) del 2007, hanno tracciato la destinazione attuale di piazza Kennedy, noi dell’opposizione abbiamo sempre votato contro. Ma le carte per la costruzione della “nuova” piazza Kennedy - studio di fattibilità del 2009, progetto preliminare del 2012, progetto definitivo del 2012, progetto esecutivo del 2013 e variante del 2015 - sono state interamente prodotte, discusse e approvate dalla giunta comunale in seduta segreta. Le notizie filtrate dai comunicati e dalle dichiarazioni del sindaco o dei suoi assessori non sono mai andate oltre la comunicazione - ad un certo punto della progettazione - che sarebbero state introdotte sulla piazza delle toilette, prima automatizzate, alla fine no. È vero che nelle più recenti planimetrie generali della nuova piazza le toilette erano segnate nella posizione in cui sono state installate, ma è invece totalmente infondato che sia stato “ben visibile il volume edificato” che avrebbe pregiudicato “la percezione dello spazio urbano...alterando la visione prospettica”, argomentazione con cui  il vice-sindaco in carica ha bollato come dormienti gli “indignados”, tra cui sono senz’altro anch’io  Sul “blocco di via D’Azeglio” comprendente le toilette, nulla dei volumi è stato dato sapere e neppure immaginare dalla giunta comunale, tanto meno dell’impatto visivo e delle sue forme devastanti. Sta a chi approva i progetti conoscere a fondo le strutture edilizie da introdurvi e valutarne se e come si inseriscano armonicamente nel contesto ambientale e paesaggistico. Alla giunta comunale non mancano certo i dirigenti e i tecnici, e neppure la commissione specificamente competente, in grado di compiere tali fondamentali accertamenti. È invece dimostrato che, a fine ottobre 2015, quanto i segni delle imminenti latrine cominciavano a vedersi, fu tutta l’opposizione a firmare la lettera al ministro dei Beni culturali, da me proposta, che segnalava come nella mezza piazza Kennedy libera dagli scavi su Sant’Agnese si stava “realizzando a gran carriera (sospettabilmente) una serie alla rinfusa di pozzetti di ghisa e cemento, per far posto a delle latrine pubbliche”, con cui veniva “oltraggiato, tra l’ altro, il lato dell’area Forense, luogo centrale di vita dell’epoca romana”. Per non parlare del fatto, pienamente accertato, che siamo in piena regione Ercolana. La giunta comunale e il compagno ministro fecero finta di niente.

Ne parleremo a fondo con le carte in mano, ma quello che oggi più mi indigna, da parte del sindaco De Pascale, del vice-sindaco Fusignani e dell’assessore ai lavori pubblici Fagnani, è lo scarico della responsabilità politica circa le toilette, ma anche la scomunica dell’intero progetto, sui loro predecessori. “Noi non c’eravamo ieri” è lo slogan. Vogliono farci credere che chi ha sbagliato tutto, in solitudine, avendo occupato le loro stesse poltrone nel mandato 2011-2016, sono stati il sindaco PD Matteucci, il vice-sindaco PRI Mingozzi e l’assessore PD Liverani (e prima di lui Corsini, dello stesso partito). Ma quando, nel 2015, la giunta comunale ha approvato all’unanimità la variante del progetto esecutivo che ha partorito le toilette come oggi si vedono, De Pascale era segretario provinciale del PD, Fusignani era membro dei comitati di segreteria provinciale e comunale e delle direzioni comunale, provinciale e regionale del PRI, dopo esserne stato segretario provinciale dal 1999 al 2002, Fagnani era coordinatore della segreteria provinciale del PD. “Gli andava bene il progetto com’era oppure se la sono dormita?”, è la domanda che l’ineffabile Fusignani rivolge agli “indignados”, anziché a se stesso e ai suoi colleghi di cordata. Toilette a nostra insaputa, è il titolo della favola".

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