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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Marinara, Ancisi (Lpr) a Matteucci: "Denunciare le gravi inadempienze"

Riceviamo e pubblichiamo questa ettera aperta di Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, al sindaco Fabrizio Matteucci sul porto turistico di Marinara

Riceviamo e pubblichiamo questa ettera aperta di Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, al sindaco Fabrizio Matteucci sul porto turistico di Marinara.

Egregio sindaco,

con tre comunicati trasmessi e ampiamente pubblicati dagli organi di informazione, rispettivamente il 13, 15 e oggi stesso 20 luglio, Lei è intervenuto con parole forti sulla gestione del porto turistico Marinara di Marina di Ravenna, in sostanza - traggo dal comunicato più esplicito del 13 luglio - diffidando la società Seaser, titolare della concessione demaniale rilasciata per la costruzione e la gestione del porto stesso, a “dare il via alle opere pubbliche più urgenti, che abbiamo definito in un incontro qualche settimana fa presenti le banche, entro il mese di luglio”. Più precisamente, Ella ha scritto: “Desidero ripetere pubblicamente quanto ho detto ai miei interlocutori qualche settimana fa. Il mese di luglio è il  limite entro il quale avviare la soluzione di ogni inadempienza…Le richieste che ho illustrato nell'incontro di qualche settimana fa non possono essere interpretate come un penultimatum: sono un vero e proprio 'ultimatum'…Dopo avere riparato alle gravi inadempienze si potrà discutere in trasparenza e pubblicamente  di eventuali varianti”. Si ricava da quanto sopra che“le opere pubbliche più urgenti” rappresentano altrettante “gravi inadempienze” agli obblighi in virtù dei quali il 30 marzo 2005 l’Autorità portuale ha concesso, per 50 anni, alla società Seaser, l’uso, sulla spiaggia di Marina di Ravenna, di 103.800 metri quadrati di aree demaniali su cui costruire le opere a terra del porto turistico, e in particolare edificare 23.000 metri quadrati di edilizia residenziale (8.695), edilizia non residenziale (11.121) e edilizia artigianale (3.183).

Ella, mancando per primo al dovere di trasparenza, non ha citato quali siano le inadempienze consistenti nella mancata realizzazione delle opere pubbliche necessarie per bilanciare e rendere sostenibili le opere a terra di interesse privato e commerciale del porto turistico: inadempienze che avrebbero obbligato l’Autorità Portuale ad attivare tutti i meccanismi sanzionatori previsti nell’atto di concessione, fino al ritiro della concessione stessa. Il Suo “ultimatum” ha pertanto il senso di “legittimare” il protrarsi delle inadempienze compiute dai soggetti sottoscrittori della convenzione, le quali, a tutti gli effetti, sono da intendersi come illegittimità, tutt’altro che prive di aspetti valutabili sotto il profilo penale.

In attesa di maggiori spiegazioni, Le ricordo la nota del 31 dicembre 2011 (allegata) trasmessa a Lei, al presidente dell’Autorità portuale, al direttore generale dell’AUSL di Ravenna e al comandante della Capitaneria di Porto, con cui segnalavo, come già fatto fin dal 22 marzo 2009 con un’interrogazione a cui Ella - violando la legge - non ha mai dato risposta, una delle più “gravi inadempienze” di cui sopra riguardanti l’impianto di ricambio delle acque del bacino portuale di Marinara, pagato dal Comune di Ravenna rimborsando a Marinara 381.661 euro di risorse pubbliche. La concessione demaniale del 30 marzo 2005 affermava che “è stabilita il 31 gennaio 2006 la data entro la quale SEASER dovrà aver completato il sistema di ricambio acque di propria pertinenza”. I collaudi portano la data del 27 gennaio 2009, ma, a parte l’inadempienza temporale, l’impianto, per difetti di progettazione e/o costruzione, non ha mai funzionato e non funziona tutt’oggi, essendo addirittura esposto a rischio di incidenti alle persone per mancata attivazione al suo intorno di dispositivi di sicurezza. La conseguenza è che il bacino chiuso di un porto turistico che ospita oltre 1150 posti barca lo rende non “agibile”, dato “che negli ultimi anni è stato in condizioni d’igiene non accettabili”, causa anche di un fetore permanente: “La mancanza di ricambio delle acque causa uno stagnamento delle acque che in estate vanno in putrefazione. A peggiorare la situazione certamente contribuiscono gli scarichi delle imbarcazioni ormeggiate, scarichi sia organici e soprattutto di detersivi che aumentano la proliferazione di alghe che poi, con il caldo, vanno in putrefazione. Il famoso” Porto Internazionale di Marinara” in estate è un bacino inquinato e maleodorante”. Il virgolettato è tratto dalla segnalazione trasmessa al Comune di Ravenna e all’Autorità portuale il 25 novembre 2011 da Franco Nanni, esperto del settore e presidente dell’associazione ravennate degli operatori nell’offshore petrolifero, il quale mi ha appena confermato che tuttora “nulla è stato fatto per diminuire  l’odore nauseabondo delle acque del Porticciolo Turistico di  Marina di Ravenna…Con l’estate ed il caldo le alghe vanno in putrefazione, venendo in superficie, creando anossia nelle acque delle valli e nel porticciolo…Marinara avrebbe dovuto fare funzionare le pompe per il ricambio delle acque. Ci sono ben tre prese d’acqua per il riciclo, ma nessuna funzionante”.

Non posso dunque evitare di richiamarLe l’art. 331 del Codice di procedura penale il quale stabilisce che “i pubblici ufficiali e gli incaricati di un pubblico servizio che, nell'esercizio o a causa delle loro funzioni o del loro servizio, hanno notizia di reato perseguibile di ufficio, devono farne denuncia per iscritto, anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito… (denuncia) presentata o trasmessa senza ritardo al pubblico ministero o a un ufficiale di polizia giudiziaria”.

La invito pertanto, trasmettendo questo scritto per conoscenza al Procuratore generale presso il Tribunale di Ravenna, a valutare se non sia Suo obbligo denunciare, così come sopra, le “gravi inadempienze” di cui Ella ha affermato di essere a conoscenza nel comunicato alla stampa (allegato) del 13 luglio scorso.

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