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Ancisi (LpRa): "Al via il massacro cementizio di Porto Fuori"

"Un maxipatto volto a realizzare due terzi circa di una circuitazione del paese che, travolgendone l’identità, ne soffocherebbe l’assetto civile e sociale"

Lunedì sera il consiglio territoriale Darsena è chiamato a esprimere il proprio parere sul Pua (Progetto Urbanistico Attuativo) del comparto S9, parte del secondo Poc (Piano Operativo Comunale). "Significa un maxipatto tra il governo della città ed un gruppo di società e soggetti privati proprietari di aree agricole sul nord di Porto Fuori, volto a realizzare due terzi circa di una circuitazione del paese che, travolgendone l’identità, ne soffocherebbe l’assetto civile e sociale - commenta il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi - In realtà, i consiglieri territoriali vedranno appena il primo e il secondo stralcio di questo Pua che riguarda solo le opere di urbanizzazione (viabilità interna, parcheggi pubblici, alberature, una piazza, reti tecnologiche, sottoservizi e verde pubblico), non già l’intero Pua (da loro non conosciuto), di cui però rappresentano la partenza senza ritorno, giacché queste opere, costruite a carico dei privati, così come successivamente la circuitazione, saranno cedute gratuitamente al Comune in cambio dei seguenti benefici: 85.697 metri quadrati di terreno vergine agricolo da cementificare e 17.110 metri quadrati di case da costruire, pari a qualche centinaio di appartamenti, che spazzeranno via anche 80 orti sociali degli abitanti del paese, generalmente anziani. Tutto ciò mentre la nuova legge regionale sull’urbanistica del 2017 impone un freno al consumo di suolo vergine e all’espansione delle città e dei paesi. A nulla sono valse le contrarietà dei cittadini espresse tramite 35 osservazioni. Il progetto preliminare della circuitazione, che da via Bonifica conduce alla via Staggi, è stato approvato dalla Giunta regionale il 9 settembre scorso. Nello stesso mese, si è abbattuto sui proprietari delle aree da occupare forzatamente il preavviso dell’esproprio. La maggioranza politica del consiglio comunale, quando il 18 dicembre 2018 diede l’ok politico della nostra città a questa operazione, aveva però compiuto, contrastata aspramente da Lista per Ravenna, due grossi svarioni, entrambi di possibile interesse della magistratura".

"La circuitazione di Porto Fuori era stata pianificata nel 2010 per collegare la tangenziale Classicana con il punto di via Bonifica che dal paese porta a Lido Adriano. Ma il primo Poc quinquennale, scaduto il 30 marzo 2016, da cui il comparto S9 è stato rigenerato nel secondo Poc contro la volontà di tutto il paese, oltreché dell’opposizione, poneva come condizione che la circuitazione fosse fatta per intero, nella parte est a carico dei proprietari del comparto S9 stesso e in quella ovest a carico dei proprietari dell’adiacente comparto S10 - continua il consigliere d'opposizione - Fallito l’accordo tra quest’ultimi e il Comune, il piano avrebbe dovuto essere accantonato, cogliendo anche l’occasione affinché non si facesse ulteriore vasta strage di territorio agricolo. Ma non è stato così. La Giunta De Pascale ha fatto approvare dai consiglieri comunali di maggioranza il via libera al solo comparto S9, che realizzerà appena il tratto tra via Bonifica e via Staggi. Il resto della circuitazione, assai più complicato, comprendente le intersezioni con via Stradone e con la statale Classicana, sulla quale si dovrà fare anche un cavalcavia, non sarà più a carico dei privati proprietari dell’ex comparto S10, bensì del Comune, senza che nessuno abbia neppure ipotizzato quanti milioni di euro potrà costare alla comunità. Sempre che lo si faccia. Molto facile che la circuitazione resti a lungo un moncone straziante".

"La lottizzazione delle aree agricole di Porto Fuori per farne la “circuitazione” si fonda, sia dall’origine del primo Poc che nei “contratti” stipulati coi committenti privati, sul seguente assunto: “L’interesse pubblico si manifesta nel momento in cui la circuitazione si realizza nella sua interezza, coinvolgendo entrambi i comparti S9 ed S10”. Venuto meno il secondo, così crollando l’interesse pubblico, anche il piano, secondo la logica e il buon diritto, avrebbe dovuto essere cassato - conclude Ancisi - L’approvazione, da parte del Comune, del Pua S9 era oltretutto condizionata al superamento di alcune “criticità”, tra cui, decisiva, l’“alta potenzialità edificatoria residua del centro abitato riferita ai comparti di nuovo impianto approvati e in corso di attuazione”. Alla data di adozione del primo Poc (21 giugno 2010) la potenzialità edificatoria di Porto Fuori era di 17.877 metri quadrati, da costruire all’interno del paese con le due grandi lottizzazioni dei comparti urbanistici denominati P110 e P008. Alla data di adozione del secondo Poc (31 ottobre 2017) ne erano rimasti da edificare oltre tre quarti, esattamente 13.766 metri quadrati, come mi è stato certificato dal servizio comunale della Progettazione urbanistica. Considerare superata questa criticità, aggiungendo gli altri 17.110 metri quadrati del comparto S9, in tutto 30.876, ad una borgata di 3.770 abitanti, è più folle che arbitrario".

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