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Autocostruttori di Filetto, accordo con la Regione: dal cantiere arriveranno alloggi popolari

Approvato lo schema di accordo di programma con la Regione per il progetto integrato di edilizia sociale e social housing per il recupero e il completamento di autocostruzione a Filetto

Approvato lo schema di accordo di programma con la Regione per il progetto integrato di edilizia sociale e social housing per il recupero e il completamento di autocostruzione a Filetto. Nella seduta pomeridiana di giovedì il Consiglio comunale ha approvato lo schema di accordo di programma con la Regione per il progetto integrato di edilizia sociale e social housing per il recupero e il completamento di autocostruzione a Filetto.

La delibera è stata presentata dall’assessore Massimo Cameliani ed è stata approvata col voto favorevole di Pd, Pri, Idv, Sel, Fedsinistra. Contrari Lista per Ravenna e Lega Nord. “Grazie a questo accordo con la Regione – ha affermato l’assessore Cameliani -  si porta finalmente  a compimento la vicenda del cantiere di autocostruzione di Filetto a vantaggio di alloggi popolari e ad appartamenti a canoni agevolati. Partendo dal grezzo esistente, avviato dagli autocostruttori per il 50%,  verranno infatti realizzati 8 alloggi popolari e 6 con basso canone di locazione ((Ers) per una spesa complessiva di 1milione185mila euro. Tale spesa comprende fondi regionali per 280mila euro e  905mila euro di fondi comunali . Va inoltre rilevato, che  nei confronti degli autocostruttori, abbiamo deciso di dare loro una priorità nell’assegnazione dei 6 alloggi destinati a locazione (Ers) nell’ambito del bando che emaneremo, una volta ultimato l’edificio, ovvero nell’autunno 2016”.”Va sottolineato – ha aggiunto Cameliani – che, così come previsto dalla legge 80 del 2014, gli autocostruttori che al momento del bando siano ancora in possesso dei requisiti, possono riscattare il canone di affitto pagato dopo 7 anni quando avviene compravendita dell'immobile”. I 14 appartamenti previsti saranno costruiti prevedendo un aumento della superficie e della fruibilità del verde e dell’area utilizzabile per orti, misure di risparmio energetico e fattori che favoriscano la gestione sociale e le relazioni di collaborazione fra i residenti.

Prima del dibattito, il capogruppo di Lega nord Romagna Paolo Guerra, su delega del capogruppo del Movimento 5 stelle Pietro Vandini (non presente in aula analogamente ai consiglieri del suo gruppo e a quelli di Forza Italia e Ncd come forma di protesta dichiarata in apertura di  seduta)  ha dato lettura a due ordini del giorno dello stesso Vandini presentati nei mesi scorsi.  Sottoposti a votazione i due odg sono stati respinti a maggioranza.

Alvaro Ancisi ha espresso, a nome di Lista per Ravenna, le argomentazioni qui di seguito sintetizzate.“Certamente oggi è necessario salvare questi edifici, abbandonati alla devastazione dopo che gli autocostruttori, onorando in pieno gli obblighi assunti, ne avevano costruito la parte grezza con 21 mila ore del proprio lavoro. Ma questo comporta per il Comune una spesa di 2  milioni di euro non prevista nel piano degli investimenti 2014-2016, quando da anni non si fanno le opere più urgenti e indispensabili e neppure la manutenzione straordinaria delle strade, incolpando la mancanza di soldi. Secondo gli impegni che il Comune si era assunto per iscritto con gli autocostruttori, a seguito del protocollo d’intesa del 2004, riportato nel contratto di concessione del terreno, gli edifici avrebbero dovuto essere finiti nel 2008, senza che il Comune dovesse spendere un euro. Ciò è avvenuto non per colpa degli autocostruttori,  ma per responsabilità di cui il Comune stesso si è macchiato, come ho denunciato e documentato dell’esposto penale che la polizia municipale ha consegnato a la Procura della Repubblica”.
Esibendo in aula la licenzia edilizia rilasciata dal Comune, Ancisi ha poi dichiarato che “le colpe più gravi consistono: 1) nell’aver dato il permesso di costruzione non agli autocostruttori concessionari del terreno, come impone la legge, ma ad una società privata che non ne aveva alcun titolo, la quale si è presa i soldi degli autocotruttori, è scappata e poi è fallita senza portare a termine i lavori; 2) nell’essersi ripreso il terreno dato in concessione agli autocostruttori e gli edifici grezzi da loro costruiti, dovendosi ora sobbarcare costi altissimi per il completamento, aggravati dalle condizioni di degrado in cui sono stati lasciati per sei anni”.
Il capogruppo di Lista per Ravenna ha quindi concluso affermando che “ad una vicenda tanto ignobile si può solo esprimere, ad alta voce, un voto contrario”.

Paolo Guerra di Lega Nord Romagna ha espresso il voto contrario sulla delibera attribuendo alla Giunta comunale la colpa di “non aver rispettato il protocollo a suo tempi siglato con Alisei che impegnava l’Amministrazione comunale in modo cogente al controllo e alla vigilanze di tutte le fasi del progetto”. "Questa Delibera restava l'unica strada perseguibile per salvare il salvabile ma di fatto scontenta tutti. Gli autocostruttori, i bilanci dell'Amministrazione e tutti i cittadini ravennati che con i propri tributi hanno permesso di rilevare per 800mila Euro i terreni e con i restanti 900mila Euro di cofinanziare la conclusione del progetto. Il resto dei soldi occorrenti per completare la costruzione li mette ACER (riconducibile alle Istituzioni) e la Regione Emilia Romagna. Certamente un bel percorso, dagli ideali di autocostruzione, si "stramba" sul co-housing per utilizzare una risorsa regionale e si arriverà a gestire gli alloggi come ERP.  La posizione assunta dalla Giunta è insostenibile e mi chiedo con quale facilità si riescano a trovare tante risorse per sanare situazioni anomale come il buco del Consorzio Servizi Sociali e ora quello degli autocostruttori, quando alle opposizioni viene detto che mancano soldi per le strade cittadine o per garantire maggiore sicurezza”.

Sarah Ricci di Sel (Intervento fornito dalla consigliera): “Che la vicenda degli auto costruttori di Filetto abbia incorporato in se una  complessità di tematiche e problematiche difficilmente semplificabili è un fatto incontrovertibile, come dimostra l'esito finale. Che nella fase terminale il Comune non potesse fare nulla di più che offrire la transazione che è stata proposta è, secondo il nostro giudizio, altrettanto certo. Questo non significa che fosse un'offerta che ripagava adeguatamente e automaticamente di anni di fatica, né che dovesse essere necessariamente appetibile per chi la riceveva. Significa soltanto che era adeguata alle possibilità che la legge ci offre, ed oramai non è più il momento di verificare la possibilità di riconoscere in qualche altro modo un risarcimento per l'attività lavorativa messa in essere dagli autocostruttori. É invece noto che il nostro giudizio sulla richiesta di danni da parte del Comune nel processo ora in corso, è che si tratti di un grave errore. Ci è stato detto che derivi da una valutazione tecnica non disponibile per la politica. A noi risulta che questo sia come minimo opinabile, e comunque ad oggi non abbiamo visto nessun tecnico assumersi la responsabilità di questa affermazione. Allo stesso modo non abbiamo visto nessun politico assumersi la responsabilità di dire che sia giusto chiedere 3 milioni di euro di danni a chi in questa vicenda ha senza dubbio il ruolo di vittima. Questa è la cosa più insopportabile. La completa assenza di qualsiasi esplicita assunzione di responsabilità di una scelta, che per noi rimane sbagliata. A questo punto, ci viene detto, essendo stata presentata non può essere revocata per scelta politica, senza incorrere nel rischio di danno erariale. Deve essere vero, ne prendiamo atto e non vogliamo essere noi a far correre questo rischio a nessuno.
Tuttavia rimane la nostra richiesta  che ad ogni livello sia valutata la possibilità di cancellare questa richiesta di danni, e soprattutto la nostra valutazione negativa della gestione della vicenda.

Andrea Tarroni del Pd: “ Voteremo convintamene questa delibera. Siamo soddisfatti della soluzione individuata, alla quale si è arrivati dopo due anni di sforzi e impegno serio,  poiché non solo va incontro agli autocostruttori che potranno abitare e riscattare i loro alloggi, ma va anche ad ampliare l’offerta complessiva di case popolari per i cittadini”.
Tarroni ha replicato alle accuse lanciate dai banchi dell’opposizione affermando: “E’ paradossale essere tacciati di insensibilità di fronte alle vittime dell’autocostruzione di Filetto e nel contempo avere il dito punto addosso quando si riescono a trovare i fondi attraverso i quali giungere finalmente a una soluzione positiva della vertenza. Il nostro auspicio, oggi, è che prevalga la ragionevolezza riconoscendo la positività della risposta concreta cui siamo giunti. Poiché non siamo la ‘città dei ruderi’, sappiamo trovare soluzioni giuste anche quando le cose non vanno come si vorrebbe”.

Per il Pd è intervenuto anche il capogruppo Matteo Cavicchioli che ha sottolineato come la soluzione individuata al problema degli autocostruttori di Filetto, smentisca anche le accuse espresse dal consigliere Ancisi. “Il sindaco e gli assessori che si sono occupati della vicenda hanno dimostrato come si sia capaci di trasformare i problemi in opportunità. Crediamo che sia una prassi da seguire sempre, continueremo quindi su questa strada”.

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