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Bar e ristoranti in strada: "I costi del distanziamento non si scarichino sui clienti"

"Dobbiamo fare in modo, con tutti gli strumenti che abbiamo, che queste difficoltà non diventino un ulteriore motivo di disuguaglianza. Dobbiamo evitare che i costi si scarichino sugli utenti"

Il 18 maggio nella nostra Regione si allarga ancora il panorama delle attività economiche e produttive che tornano attive, con la riapertura di negozi, bar, ristoranti e servizi estetici. Luca Ortolani, consigliere comunale a Faenza per Articolo Uno, è ottimista: “Sarà una fase delicata nella lotta al Coronavirus, che non è certo ancora sconfitto, ma che il nostro territorio può affrontare partendo dal buon andamento della curva dei contagi, indice di un grande senso di responsabilità dei nostri cittadini e delle amministrazioni locali. Ripartire prima possibile è indispensabile per dare ossigeno a un sistema produttivo decisamente provato dai due mesi di lockdown, che nel territorio di Ravenna ha tenuto fermo quasi il 50% delle attività economiche. Imprenditori e lavoratori sono ancora in attesa delle linee guida e dei protocolli che i tecnici regionali e ministeriali stanno mettendo a punto, ma per tanti lavoratori e cittadini, con le riaperture di lunedì si comincia a respirare aria di normalità. Come amministratori pubblici dobbiamo provare ad accompagnare questa ‘fase 2’, andando incontro alle difficoltà che tanti gestori di pubblici esercizi avranno nel conciliare la sostenibilità economica con le regole di distanziamento fisico".

Continua Ortolani: "Dobbiamo fare in modo, con tutti gli strumenti che abbiamo, che queste difficoltà non diventino un ulteriore motivo di disuguaglianza. Dobbiamo evitare che i costi si scarichino sugli utenti. La situazione in effetti sembra particolarmente critica per tutti quegli esercizi come bar e ristoranti che dovranno ridurre i propri coperti, andando incontro a minori guadagni, per rispettare le distanze di sicurezza tra i propri clienti. Tutti avranno bisogno di più spazio e la prima cosa che possiamo fare come amministratori deve essere quella di concedere subito suolo pubblico, senza aggravio significativo di costi e procedure per gli imprenditori, come ha dichiarato nei giorni scorsi il sindaco di Ravenna De Pascale. Per bar e ristoranti la soluzione di un aumento della superficie dei dehors potrebbe incontrare difficoltà con l’occupazione della sede stradale, con ripercussioni sulla viabilità e sulla sicurezza. Se necessario, chiediamo un sacrificio alla mobilità automobilistica nelle nostre città: se il prezzo per tornare a vivere in sicurezza la socialità delle nostre città, dalla colazione al bar all’aperitivo o alla cena con amici è quello di chiedere una limitazione alla velocità o alla circolazione delle auto, credo saremo tutti disposti ad accettarlo, senza considerare i vantaggi per pedoni e ciclisti e per l’ambiente. Sentiamo spesso dire che niente sarà come prima. Bene, cominciamo allora ad immaginare un ‘mondo nuovo’ che sia più simile alla scala di priorità che desideriamo, a cominciare dalle nostre città”. Il bisogno di maggiori spazi è un’esigenza che bar e ristoranti hanno in comune con tutto il mondo delle società sportive e delle palestre, impossibilitate a svolgere in sicurezza allenamenti ed attività negli ambienti chiusi delle palestre".

"Oggi ci rendiamo tutti conto che lo spazio è una risorsa preziosa e le amministrazioni pubbliche hanno il dovere di valorizzare con criteri di uguaglianza l’accesso parchi pubblici e aree verdi, che possono essere utilizzati in sicurezza dal mondo dello sport e del benessere - conclude Ortolani - Tanti comuni del nostro territorio ne stanno concedendo l’utilizzo, con modalità eterogenee e spesso concordate caso per caso. Perché non utilizzare invece bandi pubblici e criteri trasparenti, che salvaguardino accesso e fruizione anche da parte dei singoli cittadini? Perché non immaginare questi bandi aperti anche ad associazioni culturali e sociali? Un pezzo importante della qualità della vita in queste terre è sempre stato il forte tessuto di associazioni culturali e di volontariato. Dopo l’overdose di videoconferenze e chat di questi mesi, abbiamo tutti voglia di tornare a confrontarci di persona. Complice la bella stagione, attività, riunioni e iniziative si potrebbero svolgere in tutta sicurezza valorizzando il patrimonio verde delle nostre città”.

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