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Benzoni (LpRa): "La bufala dei fonometri e della movida dotata di silenziatore"

"Si chiarisca l'accaduto in Consiglio Comunale e si dia ai cittadini conto dell'accaduto. Allo stato parrebbe più una franchigia da pagarsi per non avere noie sul volume, cosa a cui non vogliamo credere."

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Esattamente il 25 Marzo scorso, la città di Ravenna è stata l'argomento principale dei media locali e regionali per l'ordinanza Fonometri per “gli stabilimenti balneari e pubblici esercizi esistenti sull'arenile demaniale che effettuano trattenimenti danzanti all'aperto, con musica oltre le ore 24”. Con questa ordinanza Ravenna è stata reclamizzata come la città emergente nel controllo dell'inquinamento acustico. L'ordinanza prevede per tutti gli stabilimenti balneari che organizzano feste da ballo, concerti dal vivo e altre iniziative di intrattenimento musicale, l'obbligo di dotarsi di fonometri; questi, come specificato all'interno della stessa ordinanza, sono strumenti certificati collegati agli impianti di diffusione acustica che, al superamento dei decibel o allo sforamento dell'orario previsti dalle norme, inviano una segnalazione al comando di Polizia Municipale sulla base della quale scattano i relativi provvedimenti. I fonometri non si possono manomettere.

Ad oggi, l'unica cosa certa che è seguita a tutto questo grande impianto normativo senza fondamenta, è stata l'installazione, obbligatoria del fonometro, alla “modica cifra” di euro 1.500, con pagamento immediato a carico di ciascun imprenditore. Gli stabilimenti che hanno dovuto adeguarsi a questa normativa sono circa un centinaio. L'inquietudine di alcuni cittadini che in questa stagione estiva avvertivano volumi decisamente più alti rispetto agli anni scorsi, ha dato lo spunto per approfondire la questione. Ebbene il fonometro ad oggi non ha mai funzionato, e pare che di questo vi fosse piena consapevolezza da parte degli addetti ai lavori fin dall'inizio.

Allora cosa rimane di questa ordinanza che fonda le sue ragioni, così come la stessa recita “nella promozione e sviluppo del turismo”, e al contempo nella volontà di difendere la salute pubblica quale diritto supremo da difendere dai fastidi di volumi smodati? Come è da intendere il pagamento obbligato di euro 1.500 per imprenditore? Quale il servizio pagato? Quali controlli sono stati effettuati con questo sistema? Si chiarisca l'accaduto in Consiglio Comunale e si dia ai cittadini conto dell'accaduto. Allo stato parrebbe più una franchigia da pagarsi per non avere noie sul volume, cosa a cui non vogliamo credere.

Volendo ipotizzare e sperare che si tratti piuttosto di una ordinanza ostacolata nella sua applicazione da problemi di coordinamento con altri servizi, è doveroso che il Comune, il quale per l'appunto ha previsto l'obbligo di installazione dei fonometri, si attivi per la restituzione della somma pagata a favore di ciascun imprenditore con addebito a carico dell'ente o impresa responsabile di questo disservizio. Di certo non devono essere penalizzati gli imprenditori i quali, fra le altre, quest'anno hanno già pagato le perdite di una stagione che, meteorologicamente parlando è stata veramente troppo sfortunata".

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