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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Benzoni (Udc): "Sicurezza e integrazione"

"Un fatto tanto grave quanto triste. Una vicenda che sfocia con un triste epilogo che non vede né vinti né vincitori; una vicenda che si conclude con un forte ed esasperato allarme sul problema sicurezza"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"Un fatto tanto grave quanto triste. Una vicenda che sfocia con un triste epilogo che non vede né vinti né vincitori; una vicenda che si conclude con un forte ed esasperato allarme sul problema sicurezza. Bisogna però evidenziare come il problema sicurezza e integrazione sempre più spesso viaggiano parallelamente a tal punto che non è così scontato quale sia fra i due il problema prioritario su cui intervenire per riuscire effettivamente a porre rimedio alla situazione.

Anche la manifestazione spontanea di protesta e solidarietà che si è svolta ieri pomeriggio palesa l’evidenza delle problematiche di integrazione.
Nella cultura del nostro paese la forzatura di un posto di blocco di polizia è cosa molto grave, diciamo pure che lo associamo più ad un scena da film poliziesco che ad una realtà a noi vicina.

Ma di tutto questo nostro modello culturale, pur condividendo il dispiacere per la fine della vicenda, nulla sembra essere stato recepito da coloro che hanno aderito alla manifestazione spontanea che si è svolta domenica. Quel volantino con la dicitura “ucciso dai carabinieri” fa ben percepire la distanza di questi manifestanti  da una predisposizione alla collaborazione ed integrazione con la cultura del nostro paese; ben si avverte una ostilità o avversione contro le nostre istituzioni.

Le nostre politiche appaiono sempre molto duttili per accogliere nella nostra comunità gli immigrati ma forse si esplicano in modo sbagliato ovvero piuttosto che, far sì, che gli immigrati riescano ad inserirsi nei modelli socioculturali dominanti dell’Italia, (quale paese di accoglienza), aggiungendo ciò che manca, proprio così come vorrebbe un processo di integrazione, si sta assistendo ad un processo inverso; L’Italia nelle difficoltà di attuazione delle politiche di integrazione, sta cedendo il passo al più esemplificato processo di mera accoglienza degli immigrati, preoccupandosi che siano a loro riconosciuti diritti, garanzie, servizi pubblici.

Anche dando una occhiata all’ambiente ravennate; cosa troviamo? Vi sono i quartieri-ghetti dove si concentrano le comunità dei soli cittadini stranieri che fra l’altro spesso, inutile negarlo, appaiono indisponibili ad una integrazione. Si è creata una realtà diversa e separata dalla nostra, una realtà a noi sconosciuta della quale ci sfugge il monitoraggio, controllo e sicurezza.

La presenza dei quartieri-ghetti ci dice anche come manchi da parte dell’Amministrazione comunale la criticità di una analisi della valutazione ambientale quale primo necessario passo da compiersi per la pianificazione e progettazione dei processi di partecipazione. Concludo dicendo che è sicuramente giusto rispettare ed accogliere altre forme di cultura, ma una cosa è l’integrazione, cosa diversa è negare il prevalente modello socio-culturale del nostro paese. Infine il mio invito è quello di non perdere tempo puntando il dito l’uno contro l’altro, in un momento così difficile è necessario che le tutte le istituzioni e chi ci rappresenta siano coesi e compatti per affrontare queste gravissime e urgenti problematiche".
 

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