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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Berti (Lega): “La situazione della programmazione scolastica è critica”

“In tutta la Provincia di Ravenna si stanno verificando numerosi accorpamenti di istituti superiori, visto che la riforma Gelmini prevede accorpamenti fra istituti che non raggiungono i 600 iscritti"

“In tutta la Provincia di Ravenna si stanno verificando numerosi accorpamenti di istituti superiori, visto che la riforma Gelmini prevede accorpamenti fra istituti che non raggiungono i 600 iscritti. Perciò a Ravenna si uniranno ITG Morigia, ITAS Perdisa e ITI Baldini;  a Faenza si accorperanno l’istituto di ceramiche Ballardini e il liceo Torricelli; a Lugo invece si uniranno il Marconi-Manfredi allo Stoppa-Compagnoni”. E' quanto illustra il consigliere provinciale della Lega Nord Jacopo Berti.

Prosegue il giovane consigliere del Carroccio ravennate: “La situazione più preoccupante è quella che riguarda Ravenna, nello specifico l’accorpamento fra l’istituto di geometri (Morigia) e l’istituto agrario (Perdisa). Alcune classi di geometri svolgeranno le loro lezioni presso l’istituto Perdisa, in classi prima occupate dalla facoltà di Scienze Ambientali. L’unione degli istituti va a sfavore dei geometri, i quali sono totalmente contrari al trasferimento e hanno già raccolto 400 firme a proposito, visto che questi hanno tutto il materiale didattico e la strumentazione specifica presso l’istituto Morigia, e dovrebbero quindi trasferirsi quotidianamente per usufruirne, un trasferimento che computa anche costi.”

Continua Berti: “i geometri giustamente evidenziano come gli istituti siano stati costruiti appositamente con laboratori e strumenti ad hoc, spesso inamovibili, in previsione dei corsi che vi avrebbero tenuto all’interno, difatti al Morigia sono presenti 7 laboratori per i geometri, mentre al Perdisa non ce n’è nemmeno 1, quindi a rimetterci per questi accorpamenti, sarebbe in primis l’istruzione base dei futuri geometri”.

Illustra il ventenne Berti: “L’accorpamento prevede l’unione dei tre istituti ravennati, unione che creerebbe un mostro burocratico di 1500 studenti, sostenuto da un solo dirigente scolastico, un solo DSGA e una sola segreteria, che arduamente potrebbe gestire tutto l’insieme. Inoltre l’unione farebbe diminuire il numero di classi da 64 a 55, con una capienza di alunni media di 27,3 per classe, quando la capienza massima è di 25 ragazzi, creando quindi pericolose classi pollaio, dove a rimetterci è l’istruzione e l’educazione dei figli, rendendo impossibile l’insegnamento dei docenti a così tante persone”.

 “Ma il punto che più mi lascia dubbioso, è la situazione della Facoltà di scienze ambientali - spiega il leghista -. La facoltà è composta da 300 studenti, che fino ad ora hanno frequentato i corsi presso le classi dell’istituto agrario Perdisa, però, dopo gli accorpamenti, gli universitari si troveranno senza un tetto. Da accordi precedenti, la facoltà avrebbe potuto tenere i corsi presso il Perdisa fino al 2016, visto l’accordo di comodato d’uso fra Provincia e università, ma l’assessore Valgimigli ha deciso di disdire il contratto, dando quindi lo sfratto alla facoltà, per dare la precedenza ai geometri, che hanno però già espresso la loro contrarietà al trasferimento”.

 Prosegue Berti: “Lo sfrattare la facoltà dal Perdisa, vorrebbe dire, oltre che lasciare senza sede 300 ragazzi, sprecare investimenti di materiale chimico e biologico fatti nell’istituto per conto della facoltà di Scienza Ambientali per 200.000 euro. Ma se da un lato la Provincia sfratta, dall’altro prolunga contratti di comodati d’uso per 50 anni con l’università, come nel caso di Palazzo Corradini e Palazzo delle Esposizioni, dove a ottobre si è votato per il prolungamento del contratto di comodato d’uso. La domanda che mi sorge è; perché la facoltà dei beni culturali non viene sfrattata, mentre quella di scienze ambientali si?”

 “Vi è inoltre un rischio scioperi, visto che all’istituto comprensivo Montanari e all’istituto Alberghiero si parla di scioperare contro queste nefandezze contro l’istruzione, perciò chiedo alla Provincia di adoperarsi prima che vengano attuati scioperi o occupazioni inutili presso le scuole della Provincia. Inoltre - evidenzia l'esponente del Carroccio - vista la candidatura di Ravenna a Capitale della Cultura Europea nel 2019, questo caos sugli accorpamenti, i malumori e il rischio scioperi, di certo non avvantaggia la città bizantina nella corsa alla prestigiosa nomina europea. Giovedì, si terrà una commissione provinciale sul tema degli accorpamenti e spero vivamente che si trovino soluzioni adeguate, perché il rischio scioperi e occupazione è elevato”.

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