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Bici vietate sulle dighe foranee, Panizza (Gruppo misto): "Le barriere vanno tolte, non create"

"Invece d’inibire l’accesso bisognerebbe delinearci una pista ciclabile, magari limitando la velocità, ma cambiando la normativa e permettendo così l’accesso alle biciclette"

L'Autorità Portuale di Ravenna si appresta a realizzare un "giro di vite" sulle regole che vietano l’accesso delle biciclette alle dighe foranee di Marina di Ravenna e di Porto Corsini. "Reputo che tale divieto sia totalmente sbagliato - commenta il capogruppo del Gruppo misto in consiglio comunale Emanuele Panizza - La passeggiata lungo i moli guardiani e guardare il mare o la costa dalla punta più estrema del molo è un privilegio e un diritto acquisito da parte della cittadinanza da quando sono stati costruiti. Tale privilegio deve essere concesso anche a quelle persone che non sono in grado di fare 2,5 km camminando. Anzi, si parla tanto d’incentivare l’uso della bicicletta e oggi si pensa di non permettere più ai ciclisti quella che oramai è diventata una tradizione, per l’appunto usare come punto di ritorno proprio il faro in cima al molo. Invece di creare barriere, spendendo soldi pubblici, andrebbero tolte! Invece d’inibire l’accesso bisognerebbe delinearci una pista ciclabile, magari limitando la velocità, ma cambiando la normativa e permettendo così l’accesso alle biciclette. Invece si pensa a una barriera, a dei pass magnetici, a un tornello... Immagino già le difficoltà per passeggini, disabili e disservizi nel caso l’apertura automatica della sbarra si dovesse guastare. Si parla tanto di non creare assembramenti, e qui si pensa di regolamentare l’accesso ai moli con un tornello... Vedo già la fila di persone incolonnate più o meno ordinatamente in attesa di superarlo".

"Nell’estate 2019 l’Autorità di sistema portuale chiuse i moli per dei lavori, differibili, senza valutare che stava creando un disagio ai turisti e di conseguenza agli operatori turistici e quindi un danno all’economia locale - continua il consigliere d'opposizione - Poi grazie al polverone sollevato i lavori vennero parzialmente rinviati. Nell’estate del 2020, inspiegabilmente visto l’esperienza precedente, ha preso la stessa decisione per dare seguito a ulteriori lavori. Sempre grazie alle inevitabili polemiche e proteste da parte degli addetti ai lavori il provvedimento è stato differito. E qui verrebbe da dire che sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico. A causa del mancato monitoraggio dei fondali del porto, nel 2018 una nave da crociera ha rischiato d’insabbiarsi o peggio di subire danni, facendo sì che molte compagnie annullassero gli approdi per la stagione in corso e quelle successive. Poi c’è stato il disastro ambientale Berkan B per il quale la Procura ha delineato il reato d’inquinamento ambientale a carico dei vertici dell’Autorità portuale di Ravenna. Poi il tanto chiacchierato bando per l’assunzione di una figura dirigenziale nuova, ossia il direttore operativo, che tante polemiche ha fatto nascere nell’ambito della portualità ravennate. Tra l’altro a fronte di una crisi portuale sempre più pesante, l’organico dell’Autorità di sistema portuale e il relativo monte stipendi è aumentato considerevolmente e non si capisce con quale logica".

"Questi quattro anni di gestione del presidente Daniele Rossi sono stati i più disastrosi che io ricordi - conclude senza mezzi termini Panizza presentando un question time - Blandire come successo l’avvio (quantomeno della parte burocratica) dei tanto agognati lavori per l'hub portuale in ritardo di non si sa più quanti mandati è imbarazzante. Tutto ciò premesso si chiede al sindaco d’intercedere presso l’Autoritò portuale di Ravenna chiedendo di non chiudere l’accesso ai moli guardiani con delle barriere architettoniche e, invece, di delineare un percorso ciclabile e autorizzare l’accesso anche agli acceleratori di andatura seppur in modo regolamentato".

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