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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Bilancio di previsione, Ancisi: "Abbassare l’eccessivo carico fiscale sulle famiglie e le imprese"

E' quanto afferma il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi

 In occasione della prima variante del bilancio di previsione 2017, la Giunta comunale proponga al consiglio "una manovra di riduzione del carico fiscale sui cittadini e sulle imprese per un importo pari ad almeno 3 milioni, impiegando allo scopo: gli 1,8 milioni posti a garanzia del pagamento dell’Ici 2010 e 2011 per le piattaforme estrattive marine dell’ENI, ora avvenuto; e 1,2 milioni da un’appropriata revisione della spesa corrente, pari ad una riduzione di almeno l’1% delle spese per acquisto di beni e servizi". E' quanto afferma il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, il quale chiede alla giunta di "impegnarsi a far pagare il dovuto agli utenti degli asili nido, delle scuole materne, delle mense scolastiche e del pre-post scuola, fermo restando che dei meno abbienti deve farsi carico il servizio sociale ex Asp".

Chiarisce Ancisi: "La proposta di bilancio di previsione per il 2017 presentata dalla Giunta comunale prevede entrate correnti per 193,619 milioni di euro, nell’ambito di un’evoluzione che nel 2012 ne registrò 151,913. Il dato politicamente più vistoso è come le “tasse” (come sono chiamate nel gergo le entrate tributarie), pari a 129,689 milioni, rappresentino il 70% di tutte le risorse finanziarie correnti del Comune. Emergono tra queste l’Imu, con 51,3 milioni di riscossioni previste, la Tari, con 28,950, e l’addizionale Irpef con 12,500. Ma incidono come freno dell’economia anche la tassa per l’occupazione del suolo pubblico e l’imposta sulla pubblicità e le pubbliche affissioni".

" Figura però nella previsione di bilancio 2017 un’entrata nuova, pari a 11,600 milioni, che l’Eni, a seguito degli orientamenti giurisprudenziali che ne hanno stabilito l’obbligo, ha versato in questi giorni al Comune per l’ICI del 2010 e 2011 sulle proprie 25 piattaforme metanifere a mare - aggiunge l'esponente della lista civica -. Ciò significa, peraltro, che entrate altrettanto consistenti l’Eni dovrà versare nei prossimi anni sull’Imu, a partire dagli arretrati. È giusto e doveroso che, a parità di servizi resi dal Comune alla comunità, questa entrata, derivante da attività che hanno contribuito ad aggravare i noti problemi ambientali del litorale ravennate, sia indirizzata almeno in parte a beneficio dei cittadini contribuenti. Sono loro, infatti, che tengono in piedi per oltre due terzi la grande capacità di spesa corrente dell’amministrazione comunale".

"D’altronde, il peso eccessivo delle “tasse” comunali pone in difficoltà la maggior parte delle famiglie, quelle a basso/medio reddito, riducendone la capacità di spesa a danno anche delle attività economiche; ma gravano molto anche sulle imprese stesse, a danno dell’intero sistema locale di produzione del reddito e della conseguente disponibilità di posti di lavoro - continua -. Si pone così l’esigenza di una manovra di riduzione del carico tributario sulla comunità ravennate, indicativamente pari ad almeno 3 milioni, che può impostarsi su due fattori portanti: l’impiego della somma di 1,8 milioni prevista nel bilancio 2017 a garanzia del pagamento del suddetto “debito” dell’ENI, che ora si è liberata proponendo dunque di per se stessa una variante del bilancio stesso; una revisione della spesa corrente comprimibile, che si propone di almeno 1,2 milioni, pari a circa l’1% della spesa per acquisto di beni e servizi: si tenga conto che essa impegna l’intero bilancio della spesa corrente per circa il 60% e che la Giunta comunale ne è previsto nel 2017 un aumento di 6,64 milioni rispetto al 2016".

Ancisi segnala inoltre, "a maggiore garanzia, l’opportunità di agire, per maggiori entrate, sugli abnormi mancati pagamenti delle tariffe da parte di famiglie utenti degli asili nido, delle scuole materne, delle mense scolastiche e del pre-post scuola, a fronte di cui il bilancio 2017 prevede un fondo crediti di dubbia esigibilità pari addirittura a quasi 800 mila euro, calcolati sulla base dell’andamento dei precedenti 5 anni: il principio di giustizia da applicare è che i cittadini contribuenti non devono pagare anche per quelli che non pagano il dovuto, dato che per gli eventuali meno abbienti si deve far carico il servizio sociale ex Asp"

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