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Case popolari, la Lega chiede di cambiare il regolamento per "premiare" gli italiani

Il consigliere faentino del Carroccio Jacopo Berti annuncia la presentazione di un suo ordine del giorno per la rimodulazione delle graduatorie comunali: "Sulle 279 richieste per gli alloggi popolari, più del 70% provengono da cittadini stranieri"

“Da tempo stavo lavorando a un documento da presentare in comune in merito alla questione delle graduatorie per l’assegnazione delle case comunali, ma scoprire come sulle 279 richieste per gli alloggi popolari più del 70% provengano da cittadini stranieri mi ha fatto accelerare i tempi”. Il consigliere faentino del Carroccio Jacopo Berti annuncia così la presentazione di un suo ordine del giorno per la rimodulazione delle graduatorie comunali. “Mercoledì ho inviato al protocollo un documento dove chiedo che il regolamento sull’assegnazione venga arricchito da una particolare fonte, cioè il Decreto Presidenziale 445 del 2000, il quale prevede che l’amministrazione possa richiedere ai cittadini comunitari ed extracomunitarii idonee certificazioni che attestano l’assenza di titolarità di proprietà o altri diritti reali all’estero, attraverso una procedura che si avvale dell’ausilio dell’ambasciata o del consolato dello Stato di provenienza del cittadino non italiano” - spiega il leghista - Con questo documento metto sullo stesso livello italiani e stranieri: visto che gli italiani e i faentini devono presentare documentazioni attestanti la non proprietà di immobili, credo sia giusto lo facciano anche gli stranieri. Se uno nel proprio paese ha degli immobili, non mi pare giusto che scavalchi in graduatoria dei faentini bisognosi. In questa maniera estendo maggiormente le restrizioni per l’accettazione della richiesta di accesso alle graduatorie. Le case comunali disponibili sono poche e la lista dei richiedenti è lunga, perciò spero che tutto il consiglio comunali voti la mia proposta, in modo da aggiungere meritocrazia al regolamento attuale. Premiamo chi ha veramente bisogno”. Conclude quindi il consigliere: “Non faccio altro che arricchire il regolarmente comunale di un decreto presidenziale in vigore. Un decreto che in tanti comuni viene utilizzato, mentre a Faenza no. Spero che la maggioranza capisca la buona volontà del documento e lo voti, per aiutarsi nel capire chi ha veramente bisogno e soprattutto per dare un supporto maggiore ai faentini bisognosi”.

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