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Doppiette sui daini della pineta di Classe, il caso diventa nazionale

Afferma Minichini: "Il problema non sono questi simpatici animali ma chi ci amministra che, come al solito, è senza idee e sceglie la via più semplice, per quanto brutale dell'abbattimento, ben sapendo che non risolve un bel nulla"

Il via libera della Provincia di Ravenna all'abbattimento di 67 daini presenti nella pineta di Classe è divenuto un caso nazionale. "La Provincia - afferma il consigliere territoriale di Lista per Ravenna, Pasquale Minichini - è stata così bacchettata prima da un quotidiano nazionale, precisamente "Il Giornale" con questo articolo: "Vietato adottare quei daini. La burocrazia li mette a morte"; poi dai telegiornali delle reti Mediaset (Canale5 e Tgcom24), increduli che l'unico mezzo sia la soppressione".

Afferma Minichini: "Da quando dalla Provincia di Ravenna hanno fatto sapere che, per porre freno alle continue richieste di risarcimento danni provocati dai daini, l'unica soluzione possibile poteva passare solo attraverso le doppiette, gli animalisti e la popolazione hanno occupato le cronache dei quotidiani locali e i social network. Era già successo nel 2013 e tutto lasciava presagire che nel corso di un anno si sarebbe trovata la soluzione che salvasse cavoli e… daini".

"Sicuramente la querelle di questi giorni non lascia intravedere in che modo risolvere l'annosa situazione e scrivere la parola fine - aggiunge -. Da una parte, c'è una provincia che non ha saputo/voluto affrontare in modo organico e definitivo la gestione di questi ungulati, limitandosi a condannarne a morte la quota di 67 ad oggi esuberante; dall'altra, gli animalisti e cittadini che ritengono una barbarie ucciderli e quindi sostengono l'affidamento controllato di questi animali a terzi disponibili ad assumersene il carico totale; in mezzo, gli agricoltori che subiscono ingenti danni, gli ignari utenti della strada che corrono pericoli non indifferenti, i cacciatori che lubrificano i ferri del mestiere. Dopodiché, il nulla".

"Eppure - prosegue l'esponente della lista civica - strategie e interventi, quant'anche temporali, ce ne sarebbero da mettere in campo. Ad esempio, un'adeguata recinzione dell'intera zona boschiva, in modo che non possa essere scavalcata dai daini, e la contestuale sterilizzazione per limitarne la proliferazione; o anche lo spostamento nei grandi parchi nazionali, all'interno dei quali ci sono già specie antagoniste che regolamentano in modo naturale e selettivo il numero dei capi presenti".

"Certamente saranno da investire risorse economiche, ma quanto farebbero risparmiare al contribuente ravennate in termini di risarcimento danni? - si chiede Minichini -. Quante angosce e rabbia eliminerebbero nei sostenitori a tenerli in vita? Insomma, il problema non sono questi simpatici animali ma chi ci amministra che, come al solito, è senza idee e sceglie la via più semplice, per quanto brutale dell'abbattimento, ben sapendo che non risolve un bel nulla. Ma c'è anche un altro aspetto che lascia perplessi, l'assordante silenzio in questa vicenda della Forestale e del sindaco di Ravenna".

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