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Cimitero di Cervia: "Davvero è venuto meno l'interesse pubblico all'ampliamento"

Secondo il gruppo CerviaPrimadiTutto "qualcosa non quadra. Di certo c'è che ad oggi il futuro del riposo dei nostri cari è incerto, poiché tra circa 15 anni non ci sarà spazio".

L'ampliamento del cimitero non si farà, ma non tutto torna secondo il gruppo consiliare “CerviaPrimadiTutto”.
2Nell'aprile del 2014 – spiega una nota -, la giunta Zoffoli, oramai prossima alla scadenza, adottava un piano integrato in variante al PRG sull'area "verde" di via Stazzone che si protrae sino alla Zona Amati, piano che quindi veniva formalmente votato dal Consiglio Comunale.
Il piano prevedeva un intervento su circa 72.000 mq di terreni con la cessione al comune di circa 54.000 mq a titolo gratuito a fronte dell'intervento residenziale garantito ai privati proponenti. Sull'area rimanente (circa 18.000 mq per una densità edificatoria pari a circa 13.331 mc) sarebbero sorte villette a schiera per un insediamento di circa 133 abitanti, mentre sull'area ceduta all'ente comunale avrebbero dovuto essere costruiti una zona adibita a parco pubblico (così da fare da "cuscinetto" tra l'edificato e il cimitero) e l'ampliamento del cimitero di Cervia. Quel piano, così voluminoso non ci aveva affatto entusiasmato, ma la maggioranza di allora aveva votato senza colpo ferire, senza dubbi, senza alcuna critica.
Lo stesso allora assessore Coffari nulla aveva avuto da ridire a riguardo sul piano. E per due anni e mezzo nessuna voce ufficiale o ufficiosa aveva messo in dubbio la decisione assunta nell'aprile del 2014.
Ovviamente il piano aveva iniziato la propria gestazione molto prima, diciamo dal 2006. Quindi per circa 10 anni la scelta sull'ampliamento del cimitero in quell'area specifica era stata assolutamente indiscussa da parte dell'amministrazione comunale.
Poi che accade?
A maggio 2016, Azimut, società partecipata del Comune che cura anche tutti i cimiteri di Cervia e Ravenna, produce una proposta per saturare gli spazi ancora disponibili all'interno del cimitero di Cervia. Dice Azimut che se gli interventi da questa proposti verranno tutti posti in essere, il cimitero di Cervia potrà coprire la domanda di loculi e sepolture in generale per i prossimi 15,4 anni.
A noi pareva che la proposta di Azimut si aggiungesse alle già evidenti necessità cimiteriali (e non che sostituisse il progetto dell'ampliamento), così da dare tempo all'amministrazione di progettare e finanziare per tempo l'edificazione della nuova ala del cimitero cervese. Azimut, lo ricordo non è soggetto terzo rispetto a questa vicenda, bensì interessato, poiché dalla collocazione delle salme nel cimitero guadagna.
E così avviene in brevissimo tempo un cambio di rotta incredibile. Infatti, almeno fino a febbraio 2016, documenti alla mano, il comune di Cervia mai aveva evidenziato alcun ripensamento sulla bontà del piano che aveva adottato nel 2014. Per farla breve, ci erano voluti 10 anni per decidere se e dove ampliare il cimitero, sono bastati meno di 2 mesi per decidere di non ampliarlo più senza però dare la soluzione di lungo periodo. A quel punto, tuttavia, alcuni dati erano certi: i proponenti il piano avevano investito proprie risorse ingenti, avevano effettuato la rivalutazione dei terreni in vista dell'approvazione; probabilmente avevano ricevuto rassicurazioni sull'esito positivo della loro proposta di piano integrato.
Abbiamo sollevato diversi dubbi sulla scelta dell'amministrazione Coffari. Infatti, secondo la giunta, era venuto improvvisamente meno l'interesse pubblico alla realizzazione del piano integrato di Via Stazzone. La giunta ha abbracciato la proposta di Azimut ciecamente, senza tener conto del fatto che, ammesso che gli interventi di Azimut possano effettivamente avere tutti luogo, quegli interventi sono già ora urgenti e non differibili (la domanda non verrebbe coperta dall'attuale offerta, i loculi sono in numero inferiore alla media dei decessi già oggi, ad esempio). La delibera ci pareva quindi "zoppa", in quanto l'amministrazione non ha detto e non dice dove e come intende procedere a un ampliamento che, visti i costi e i tempi tecnici, già ora avrebbe dovuto essere programmato. Il Comune, negando la sussitenza dell'interesse pubblico, è certo da martedì sera di non avere allo stato un terreno di proprietà pubblica su cui ampliare il cimitero di Cervia. L'approvazione di quel piano, per quanto eccessivo e "pesante", almeno avrebbe dato quale contropartita all'ente la proprietà di un'area confacente per decenni alle esigenze mortuarie della nostra città. Quindi, come la stessa delibera ammette, ora si dovrà pensare eventualmente agli espropri, procedure non brevi e non semplici che prevedono l'indennizzo agli espropriati (e ora che i terreni di Via Stazzone sono stati rivalutati, l'indennizzo sarebbe onerosissimo per le casse comunali). Abbiamo assistito alle dichiarazioni tonitruanti del Sindaco sulla stampa con le quali questi rivendicava la scelta "verde" di dire basta al cemento, proprio allorché decideva di affossare il piano sull'ampliamento del cimitero in Via Stazzone. La cosa ci ha fatto meraviglia, sapete perché? Solo pochi mesi fa il Sindaco, la Giunta e il PD hanno approvato la realizzazione di un nuovo insediamento a Pinarella, una lottizzazione che porterà alla costruzione di un nuovo quartiere da ben 330 residenti, un supermercato e un bar, il tutto giustificato da un interesse pubblico rappresentato dalla realizzazione di una strada dal costo di 1 milione di Euro. Lì evidentemente l'attenzione contro il consumo di territorio era meno pressante. Come mai? Sapete invece quanto potrà costare a noi cervesi l'eventuale esproprio dell'area di Via Stazzone per ampliarvi il cimitero di Cervia? Circa 3 milioni di Euro. Qui l'interesse pubblico dicono che sia venuto meno, a Pinarella invece l'interesse pubblico era certo.
A noi è parso strano, perchè le due scelte risultano tra loro chiaramente incoerenti.
Per queste ragioni (e anche per altre che abbiamo spiegato in Consiglio Comunale) abbiamo deciso di uscire dall'aula e non partecipare al voto. Alla fine martedì sera la delibera sul diniego dell'interesse pubblico è passata per il rotto della cuffia, e il numero legale è stato raggiunto dal PD solo per un voto.
Crediamo che presto il comune di Cervia dovrà anche affrontare un lungo percorso giudiziario davanti alla giustizia amministrativa a causa di questa scelta. Secondo noi, qualcosa non quadra. Ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Di certo c'è che ad oggi il futuro del riposo dei nostri cari è incerto poiché tra circa 15 anni, utilizzati tutti gli spazi possibili e immaginabili, ci ritroveremo a dover comunque risolvere questo problema con costi enormemente aumentati. E ad oggi il Sindaco Coffari e compagni(a), la soluzione alternativa non l’hanno fornita e tantomeno resa nota”.
 

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