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Venerdì, 19 Aprile 2024
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'Guerra' tra porti, il vicesindaco di Ravenna: "Venezia la smetta di chiedere il porto off-shore per i container"

Il presidente del Porto di Ravenna, Galliano Di Marco, presente all'incontro, ha contestato Costa sia sui finanziamenti ministeriali per l’off shore che quelli privati e sul fatto che ben l’86 % dei traffici portuali non ha niente a che vedere con i grandi cargo porta container

Scoppia il conflitto tra i porti di Ravenna e Venezia. La competizione, in particolare sul progetto della piattaforma off-shore da 1,5 miliardi di euro riproposto sabato dal presidente dell’Autority veneziana, Paolo Costa, ha fatto capolino al dibattito che si è svolto sabato scorso a Venezia. Per Costa, il capoluogo bizantino "gode di agevolazioni tariffarie elargite dalla Regione Emilia per chi carica le merci sbarcate sul treno".

Il presidente del Porto di Ravenna, Galliano Di Marco, presente all'incontro, ha contestato Costa sia sui finanziamenti ministeriali per l’off shore che quelli privati e sul fatto che ben l’86 % dei traffici portuali non ha niente a che vedere con i grandi cargo porta container. “E’ incredibile - afferma il vicesindaco con delega al porto Giannantonio Mingozzi - come ritorni ancora alla ribalta la richiesta di Venezia e della sua autorità portuale di vedersi finanziato, con risorse pubbliche, un nuovo porto off-shore con terminal petrolifero e container, 8 miglia al largo della costa, un progetto il cui costo stimato è di 2,1 miliardi di euro”.

"L'autorità portuale di Venezia per bocca di Paolo Costa ha rilanciato con il sostegno del sottosegretario all’economia Paolo Baretta un’idea che costituisce una vera e propria provocazione e un’inutile sperpero di risorse - chiosa Mingozzi -. Dopo il Mose ora tocca al porto esclusivo per Venezia, tutto il contrario di un buon rapporto di collaborazione tra gli scali dell’Adriatico. A mio avviso il voler tentare a tutti i costi e a spese dello Stato di fare di Venezia lo scalo principale del sistema portuale dell’alto Adriatico è una manovra inaccettabile che si riverbera a tutto danno di Ravenna e Trieste; il sottosegretario Baretta tra l’altro non è nuovo a questi atteggiamenti visto che con l’on. Brunetta presentò l’emendamento dei cento milioni per Venezia in una recente legge finanziaria discussa in piena notte”.

“Mi fa piacere - conclude Mingozzi - che le maggiori autorità istituzionali presenti in quel dibattito si siano dichiarate contrarie a questo ennesimo tentativo camuffato da ragioni di competitività, compresa il presidente della regione Friuli Deborah Serracchiani evidentemente propensa a sostenere le ragioni di collaborazione tra Venezia Ravenna e Trieste e non quei conflitti di cui facciamo volentieri a meno”.

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