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Porti, discussione in consiglio comunale sull'accorpamento Ravenna-Ancona

L'ordine del giorno di FI, lega nord e Ncd che in quattro punti evidenziava in termini prioritari sia la necessità di risolvere problematiche strettamente inerenti il porto di Ravenna che il mantenimento dei traffici anche di fronte a ipotesi di accorpamento, è stato respinto

Il consiglio comunale ha discusso tre ordini del giorno e una mozione in merito alla riforma dei porti che vedrebbe l'accorpamento della Autorità portuali di Ravenna e Ancona. I tre documenti, accomunati sui contenuti dalla volontà di garantire l'autonomia delle Autorità portuali,  sono stati presentati rispettivamente da Movimento 5 stelle, Pd, e FI, lega nord e Ncd. Il Pri ha presentato una mozione sulla stessa linea.

Il documento dei 5 stelle, illustrato dal capogruppo Pietro Vandini, e quello del Pd, presentato da Denis De Martino, sono stati approvati con i voti favorevoli di M5stelle, Pd, Idv; contrari Lega nord, FI, Ncd e l'astensione di Lista per Ravenna. La mozione del Pri, presentata da Alberto Fussi è stata approvata con i voti favorevoli di Pri, Pd, Idv; contrari M5stelle, Lega nord, Ncd, FI e l'astensione di Lista per Ravenna. L'ordine del giorno di FI, lega nord e Ncd che in quattro punti evidenziava in termini prioritari sia la necessità di risolvere problematiche strettamente inerenti il porto di Ravenna che il mantenimento dei traffici anche di fronte a ipotesi di accorpamento, è stato respinto: hanno votato a favore i tre gruppi proponenti, quello contrario di Pd, Idv, Pri, M5stelle, e l'astensione di Lista per Ravenna.

Al dibattito sono intervenuti: Alberto Ancarani di FI, Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna; Matteo Cavicchioli del Pd, Paolo Guerra di Lega nord, Nereo Foschini di Ncd, Francesca Santarella di M5S. Per il gruppo Lista per Ravenna, che si è astenuto in tutte e quattro le votazioni, è intervenuto il capogruppo Alvaro Ancisi affermando che: "Tutti i documenti presentati hanno punti condivisibili ed altri per lo meno contraddittori. Si vuol far apparire che rappresentino un unico coro con cantori diversi, ma in realtà ciascuno persegue obiettivi e interessi diversi, non tutti dichiarabili. Ma ci asteniamo su tutti gli ordini del giorno soprattutto perché  quello che manca in tutti i documenti è la percezione che, al di là di quelle che saranno le nuove formule di governo dei porti italiani, non possiamo pretendere che a Ravenna tutto resti com’è. A cominciare da dopo la presidenza di Remo Di Carlo, nella fase pionieristica della nostra Autorità portuale, l'attività di questo ente è stata solamente nefasta e sperperatrice. Non ne parla nessuno, salvo alcuni accenni contenuti del documento del centro-destra.  Ma questo è il vero enorme problema del porto di Ravenna, che dobbiamo risolvere noi. Per quello che decideranno a Roma (anzi hanno deciso) sulla riforma nazionale dei porti ciò che scrivono 4 (quattro!) ordini del giorno di un consiglio comunale ormai alla periferia dell’impero dell’attuale PD e l’appassionata discussione che agita le cronache locali valgono come carta straccia. I cittadini dormono sonni tranquillo anche senza il 5° (quinto!) ordine del giorno di Lista per Ravenna. Per noi, migliore impiego del nostro tempo a servizio di Ravenna".

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