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Porto, dibattito acceso in consiglio: "Saranno scavati 5 milioni di metri cubi"

Il porto di Ravenna "non e' in declino. Ci andra' se non si va avanti con l'escavo dei fondali", su cui il ritardo e' evidente, ha dichiarato il sindaco.

Scavare cinque milioni di metri cubi da depositare tra area Logistica 1, cave, aree portuali e mare. Il futuro del porto di Ravenna è tornato impegnare il Consiglio comunale in una seduta straordinaria richiesta dai consiglieri di minoranza, in primis il pentastellato Pietro Vandini. Con convitato di pietra l'ex presidente dell''Autorita'' portuale, Galliano Di Marco, scaduto lo scorso 3 marzo e non rinnovato. E maggioranza e opposizione sono rimaste decisamente lontane.

Rispondendo prima a una interrogazione del consigliere del misto, Maurizio Bucci, e poi in una relazione sul futuro del Candiano, il vicesindaco Giannatonio Mingozzi ha spiegato che "l'intenzione di scavare i fondali fino a 12,5 metri, collocando un milione di metri cubi nell'area Logistica 1 di proprietà Sapir concordandone i termini di utilizzo. "E se possibile qualche cosa in più". A mare ne andrebbero altri due o piu' milioni; infine altri due, previo trattamento, in cave con caratteristiche compatibili, senza escludere altre aree logistiche portuali come l''ex Sarom.

Molto dipende, ha sottolineato, anche dal nuovo regolamento sui sedimenti da escavi portuali in via di approvazione da parte del governo che potrebbe determinare una loro diversa classificazione. "L'esecutivo assicura una semplificazione normativa senza precedenti, vedremo se applicabile in ogni porto". Di certo, ha proseguito Mingozzi, per tenere e incrementare i traffici sono fondamentali anche i collegamenti stradali e ferroviari. E' comunque il tavolo tecnico al ministero dei Trasporti a essere la "sede opportuna ed essenziale per concordare le modalita'', i tempi e le procedure per risolvere le problematiche fondamentali".

Altrettanto importante e' un impianto di trattamento permanente, la cui realizzazione e' partita con il bando per l'area. Il Comune intende infine uscire da Sapir per quanto riguarda l''attivita' terminalistica. Mingozzi è tornato anche sul rapporto con Di Marco, precisando che "il giudizio e' stato ottimo fino a un certo punto poi e' cambiato, anche a livello di amicizia personale". E' infatti prevalsa la polemica: "Non si e'' concordato mai sulle casse a mare tra dighe foranee", che per il Comune "non sono mai state una soluzione. Questo aspro muso a muso ha fatto scatenare un confronto non piu' sereno". E cosi' "non si poteva continuare".

Decisamente delusa l''opposizione che si chiede dove sia il progetto di escavo dei fondali. E' "allucinante che non ne parliate", ha attaccato Vandini, definendo anche "assurdo il commissariamento senza ricevere informazioni". Mentre Bucci ha segnalato che "Di Marco l''ha indicato Vasco Errani, che ha avuto un ruolo di prim''ordine". "Non arrivano novita'', ha rimarcato Alvaro Ancisi di Lista per Ravenna, chiedendo di andare avanti nel contenzioso con Cmc e Sapir per lo svuotamento delle casse di colmata su cui la magistratura ha aperto un''indagine.

"Noi incalzeremo con diffide e segnalazioni. Non vi facciamo arrivare alle elezioni senza chiarire alcuni nodi", ha avvertito il civico. Nereo Foschini del Nuovo centrodestra ha stigmatizzato che "ci si racconta favole", con il "mostro Sapir che mangia i suoi figli", mentre Alberto Donini della Lega Nord ha sottolineato la mancanza di progettualita'' di fondo. "Ci pare di capire dagli operatori portuali - ha evidenziato Donini- che prima del 2020 nessuno draghera'' i fondali e questo vuol dire un danno incalcolabile per la nostra economia". Diego Rubboli della Federazione della sinistra ha detto che nella cacciata di Di Marco non son state rispettate le normative, mentre Albero Ancarani di Forza Italia ha lanciato un paragone con l'episodio di don Camillo e Peppone in trasferta in Russia.

"Affermare - ha aggiunto - che se siamo fermi è colpa di Di Marco è ridicolo. È la vittima di una guerra intestina al Pd". Per il nuovo entrato Maurizio Larosa del Gruppo misto "non e'' possibile continuare ad avanzare, come unica soluzione ora giustificata persino dalla fretta, una progettazione e gestione del dragaggio che non tenga conto" del consumo del suolo, della valutazione dei pescaggi necessari, del riciclo dei fanghi e dele bonifiche nelle aree industriali. Sorpreso da queste prese di posizioni il dem Gianandrea Baroncini: se il ritardo sull''escavo è "grave, si poteva comunque utilizzare meglio questa occasione".

IL SINDACO - Il porto di Ravenna "non e' in declino. Ci andra' se non si va avanti con l'escavo dei fondali", su cui il ritardo e' evidente, ha dichiarato il sindaco. Sottolineando da un lato che "nessuno nega il ritardo accumulato", comunque recuperabile, dall'altro che "per la prima volta c'e' convergenza unanime sull''esigenza di scavare i fondali. Prima non era così". Il tavolo istituito al ministero dei Trasporti, ha proseguito, e'' "in funzione. Archiviate" definitivamente sono invece le casse a mare. Il progetto su cui si punta e'' quello di portare i fondali a 12,5 metri in tutto il canale. Per quanto riguarda i 14,50, "in relazione al nuovo terminal, si verifichera' ma non e' una priorita'". Per la destinazione dei sedimenti si punta a un mix tra mare, aree portuali e cave, queste ultime "molto complesse". I

n dirittura d'arrivo ci sono poi la nuova classificazione dei sedimenti e quindi nuove analisi da fare. Per cui, rimarca il primo cittadino, la destinazione dei fanghi "dipende anche da cosa ci sara'' scritto nel decreto. Credo che influenzera'' in maniera positiva". Infine discussione aperta anche sull''impianto di trattamento dei fanghi, con in corso la verifica se sia utilizzabile solo per la manutenzione ordinaria o anche per altri sedimenti. Il ritardo, tira le somme Matteucci, "e' negativo. L'urgenza e' stabilire modalita' e tempistica" ed "essenziale e' anche il tema dei collegamenti". Sull'indagine della magistratura, termina il primo cittadino, "nulla da osservare e da temere". (fonte Dire)

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