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Coronavirus, La Pigna a De Pascale: "Adottare misure urgenti per sostenere le aziende"

Queste le osservazioni del gruppo consiliare de "La Pigna", che invita il sindaco Michele De Pascale ad attivarsi " per concedere sgravi fiscali alle aziende operanti nei settori più penalizzati"

"Le decisioni adottate tardivamente e in modo poco chiaro dal Governo nazionale e dal Governatore Pd della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini con l’ordinanza emanata domenica sta già creando notevoli disagi economici anche alle aziende ravennati. Stanno piovendo massicce disdette di prenotazioni nelle strutture alberghiere e ricettive da parte di singoli, famiglie e gruppi. La chiusura dei musei e dei monumenti, infatti, unitamente alla psicosi generale, hanno portato alla rinuncia a visitare Ravenna città d’arte. Stessa sorte sta toccando anche ai ristoranti che da qualche giorno si presentano con una forte riduzione della clientela.". Queste le osservazioni del gruppo consiliare de "La Pigna", che invita il sindaco Michele De Pascale ad attivarsi " per concedere sgravi fiscali alle aziende operanti nei settori più penalizzati e per interloquire con gli istituti di credito per concedere rateizzazioni nei rimborsi dei prestiti concessi".

"La riduzione dei consumi produce un effetto devastante, soprattutto per un’economia già fortemente provata come quella ravennate, con attività economiche che a fatica riescono a restare a galla e che soprattutto hanno mutui, fidi e tasse da pagare - viene osservato dal gruppo consiliare de La Pigna -. É necessario, pertanto, che le istituzioni locali ma anche la Regione Emilia-Romagna si attivino per garantire alle attività che stanno subendo disagi dall’attuale situazione, agevolazioni per superare questo  momento ed evitare chiusure e licenziamenti. De Pascale insieme a Bonaccini chieda al governo nazionale di adottare provvedimenti urgenti per rateizzare il pagamento dei contributi previdenziali e delle imposte. Occorre evitare che Ravenna e la sua economia siano messe in ginocchio a causa del coronavirus. Non c’è tempo da perdere, l’emergenza non è solo sanitaria ma anche economica".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Alberto Ferrero, portavoce provinciale di Fratelli d’Italia: "La comparsa anche in Italia del coronavirus con alcuni casi di infettati anche nella nostra regione ha portato le autorità ad attuare tutta una serie di iniziative preventive volte ad arginare l’espansione del morbo. Senza voler polemizzare relativamente al contagio ed alle misure prese, poiché non è questo il momento, adesso, infatti, si deve essere tutti uniti nel fronteggiare questa minaccia, voglio solo porre l’attenzione su un aspetto, non secondario, vale a dire le ricadute economiche. Infatti, se da un lato le ordinanze in cui si chiede di sospendere qualsiasi tipo di attività ricreativa di gruppo servono per isolare e limitare il contagio, dall’altra parte tutto questo penalizza notevolmente le piccole e medie aziende del commercio e del turismo. Gli unici a beneficiarne sono i grandi centri commerciali letteralmente presi d’assalto. I piccoli negozi, la ristorazione, i bar ed in generale tutti gli esercizi nel settore del commercio e del turismo, qualora questa situazione dovesse perdurare, rischiano di avere dei danni ingenti, soprattutto quando il settore è già provato da una difficile congiuntura economica. Per questo motivi, per limitare il più possibile i potenziali danni economici, che inevitabilmente ci saranno, sarebbe giusto che tutti gli enti coinvolti, vale a dire Comune, Regione, Stato ed istituti di credito, in maniera congiunta, applicassero una moratoria sulla rata del mutuo e sui contributi relativamente al mese corrente ed a quello venturo, analogamente a quanto avviene in caso di calamità. Sono anni che la nostra città ed in particolare il suo centro storico vivono una crisi prolungata e soltanto con la primavera e la ripresa dei flussi turistici si ha un rilancio che, tuttavia quest’anno, rischia di non esserci. Per questo è necessario intervenire il prima possibile ed evitare che molte attività siano costrette a chiudere".


 

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