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Da Faenza al Parlamento europeo per celebrare i 50 anni del Premio Europa

Un viaggio istituzionale al Parlamento Europeo per suggellare, cinquant'anni dopo, il profondo legame di Faenza con gli ideali di una Europa unita, solidale e in pace

Un viaggio istituzionale al Parlamento Europeo per suggellare, cinquant'anni dopo, il profondo legame di Faenza con gli ideali di una Europa unita, solidale e in pace. Le celebrazioni del 50esimo anniversario del conferimento del Premio Europa a Faenza - prima città italiana non capoluogo a ricevere tale prestigioso riconoscimento - sta vivendo in questi giorni uno dei suoi momenti più importante e simbolici, la visita di una rappresentanza faentina al Parlamento europeo di Bruxelles.

Guidata dal sindaco Giovanni Malpezzi, partecipano alla delegazione l'assessore alle politiche europee Andrea Luccaroni, la consigliera regionale Manuela Rontini in rappresentanza del presidente della Regione Stefano Bonaccini, Simona Saliera, presidente dell'assemblea legislativa della regione Emilia-Romagna, Pietro Baccarini, nel 1968 con l'allora sindaco Elio Assirelli protagonista della premiazione nel ruolo di assessore comunale alle pubbliche relazioni, il comandante della polizia locale Paolo Ravaioli e la responsabile progetti europei del Comune di Faenza Monica Visentin. Presenti a Bruxelles anche alcuni studenti e insegnanti degli istituti scolastici superiori, i rappresentanti dell'associazionismo giovanile e dell'imprenditoria impegnata in progetti innovativi in ambito europeo. A fare gli onori di casa il parlamentare europeo Damiano Zoffoli. Nel programma che si concluderà giovedì, oltre alla visita del Parlamento Europeo e al momento di ricordo dell'assegnazione del Premio Europa, sono previsti diversi incontri presso Ufficio di Rappresentanza della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles, con focus specifici sulle politiche di coesione, l'utilizzo dei fondi strutturali e i programmi europei a favore dei giovani.

"L'assegnazione a Faenza del Premio Europa- afferma il sindaco Malpezzi - ha rappresentato negli anni un grande onore, merito della lungimiranza e dell'attenzione che gli amministratori dell'epoca seppero attribuire agli ideali europei e alla capacità di trasmetterli alla città. Quei semi piantati allora sono germogliati, l'onorificenza non è rimasta confinata nel sentimento di orgoglio per averlo ricevuto, ma si è trasformato in un impegno costante, quotidiano a favore degli ideali europei. Partendo dal passato dobbiamo continuare a lavorare per la coesione territoriale e sociale, il modo più concreto per trasmettere i valori dell'europeismo alle nuove generazioni e non disperdere l'entusiasmo generato dai tanti eventi di questo anno celebrativo".

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