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Dal centrodestra parte l'esposto: "Per il Pd si profila anche il reato di voto di scambio"

"Vogliamo capire cosa ci sia dietro la vergognosa vicenda delle 'cento imprese'. Le libere aziende che non si piegano al potere politico hanno il diritto di conoscere i fatti".

“Con una serie di raggiri artificiosi, promesse opache e non senza una certa fatica, il Partito Democratico tenta di condizionare l’economia locale pubblicando liste di imprese caldamente invitate a schierarsi con il candidato De Pascale. Non sappiamo se le aziende prone al PD abbiamo ricevuto o riceveranno in cambio qualcosa per questa loro inconsueta scelta di campo oppure se temono ritorsioni future da parte di chi gestisce da decenni il potere politico in maniera clientelare. Una cosa però è certa: questa squallida operazione rappresenta un bruttissimo segnale per la nostra città e merita un adeguato approfondimento da parte della magistratura”.
Lo dichiarano all’unisono i rappresentanti di Lista per Ravenna, Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d’Italia che sostengono il candidato sindaco Massimiliano Alberghini, che annunciano anche: “Abbiamo già predisposto un esposto dettagliato alla Procura per fare luce sul torbido inciucio di un comitato di affari che agevola poche imprese amiche e lascia alla deriva tutte le altre, cercando così di inquinare il voto a pochi giorni dal ballottaggio. Vogliamo capire cosa ci sia dietro questa vergognosa vicenda. Le libere imprese che non si piegano al potere politico hanno il diritto di conoscere i fatti”.
Nell’esposto inoltrato in Procura, i rappresentanti delle liste a sostegno di Alberghini ravvisano diversi possibili profili di reato relativi a violenza privata (art. 610 Codice penale), attentati contro i diritti politici del cittadino (art. 294 Codice penale), notizie false, raggiri o artifizi per esercitare pressione in favore di determinati candidati (art. 979 legge 361/1957), voto di scambio (utilità promesse in cambio di voti, art. 86 legge 203/1951).
“Esprimiamo la nostra solidarietà a quegli imprenditori che hanno il coraggio di denunciare le modalità arroganti con cui il Partito Democratico li ha tirati per la giacchetta coinvolgendoli loro malgrado in questa lista. Siamo invece molto preoccupati dal fatto che altri imprenditori finiti in quella lista, pur non essendo d’accordo, non intendano dissociarsi per paura di ritorsioni future – continuano i rappresentanti -. Rileviamo inoltre la figuraccia imbarazzante di cui si è reso protagonista De Pascale, che ha tirato in ballo un brand internazionale come Mirabilandia salvo poi venire smentito, cosí come da altri imprenditori locali che coraggiosamente non si piegano a metodi che nulla hanno a che fare con i nostri territori”.
Alvaro Ancisi, Samantha Gardin, Alberto Ancarani e Alberto Ferrero sottolineano poi alcuni dettagli: “Tra le poche aziende che sosterrebbero De Pascale (il condizionale ormai è d’obbligo viste le continue smentite e i doppioni di imprese furbescamente inseriti), ci sono 12 alberghi. Parliamo quindi del 4,5% delle strutture ricettive del territorio comunale. Visto il giochetto fatto dal PD, immagino che l’altro 95,5% sia contro De Pascale. Stesso discorso per gli stabilimenti balneari: il 14% si è schierato con il PD, l’altro 86% no. In questo caso poi, preme anche ricordare che si tratta di imprese titolari di un bene pubblico dato in concessione; insomma, non un bel segnale di trasparenza. Se seguissimo la folle logica di De Pascale, dovremmo quindi dire che solo una minoranza delle imprese ravennati lo sostiene”.
In conclusione, i quattro rappresentati tirano una stoccata : “Se il PD a Ravenna si riduce ad arruolare le imprese con una goffa prova muscolare, significa che per loro è finita. Noi vogliamo libere imprese in una libera città, non il controllo clientelare dell’economia che blocca lo sviluppo e impedisce la libera concorrenza. Sarebbe interessante conoscere i contributi pubblici (comunali, provinciali e regionali) che le aziende che realmente hanno firmato a favore di De Pascale hanno ricevuto in questi anni dalle istituzioni controllate dal PD; chissà, magari spuntano nuove sorprese”.

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