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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Defibrillatore in piazza Del Popolo, Grandi (LpR): "Aspettiamo che ci scappi il morto?"

Il consigliere comunale di Lista per Ravenna, Nicola Grandi, porta l'argomento all'attenzione del sindaco

In Italia circa 1 persona su 1000 ogni anno viene colpita da arresto cardiaco, fra queste soltanto il 2% di riesce a sopravvivere a causa del tempo di intervento dei soccorritori che, mediamente, si aggira intorno ai 12-15 minuti. Per la persona colpita da arresto cardiaco ogni minuto che passa è infatti di vitale importanza: in soli sessanta secondi si abbassano del 10% le sue possibilità di restare in vita e dopo soltanto 5 minuti le possibilità di salvezza scendono al 50%. Il consigliere comunale di Lista per Ravenna, Nicola Grandi, porta l'argomento all'attenzione del sindaco.

Parliamo di oltre 70.000 vittime in Italia all’anno con oltre l’80% dei decessi che avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie mentre nel 65% dei casi l’arresto cardiaco colpisce in presenza di testimoni e nel 60% di questi per strada: "Leggendo questi dati  è facile immaginare come la presenza di defibrillatori sul territorio porti indubbi benefici sul fronte della sopravvivenza: non è un caso che dal prossimo mese di ottobre scatterà l’obbligo di dotazione dei defibrillatori per tutti gli impianti sportivi ove si pratichi attività fisica ad elevato impegno cardiocircolatorio oltre che per gli stabilimenti balneari di molte regioni italiane. Si tratta di apparecchi semi-automatici, che per essere utilizzati richiedono poche ore di formazione delle quali è obbligatorio fruisca il personale che potrebbe  della gestione degli interventi “salvavita”", ricorda.

"Ora accade che a Ravenna, da mesi, giacciano sul tavolo del gabinetto del sindaco (o più probabilmente sui tavoli degli assessorati competenti a cui saranno state girate) , ben due diverse richieste di installare un defibrillatore nella centralissima ed affollatissima piazza del Popolo, richieste rimaste senza alcuna risposta.
La prima, presentata a quanto mi risulta solo in forma verbale, risale ai primi mesi del 2015, è stata presentata dalla proprietaria di un bar che pare sia stata inviata alla soprintendenza (cui competerebbe la verifica della compatibilità ambientale del cartello che segnala la presenza del presidio) per poi essere ritornata dalla stessa agli uffici del comune, dai quali non avrebbe ricevuto alcuna risposta", conclude.
 

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