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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Degrado della sicurezza nelle case e nelle strade, Minichini: "A pagare sono sempre le vittime"

"Il tema della sicurezza dei concittadini nelle loro case e attività, che tanto li opprime per l'escalation che ha posto la nostra città in vetta alla classifica di quelle più martoriate, mette in crisi i candidati sindaci alle prossime consultazioni elettorali di Ravenn"

A questo proposito lo è già il candidato del Pd, con la sua lettera alla lettrice che nei giorni scorsi ha sollevato il problema. Appena oggi si accorge che il furto in casa è un problema sociale? Fino a ieri dov'era? Qualcuno dello staff elettorale dica a De Pascale che il suo è un copione già visto e che il nuovo sindaco avrà tanto da fare, per rimediare alle errate politiche dei suoi sodali predecessori, non proprio attenti sui problemi di degrado che ha interessato tutto il territorio. Il cittadino vuol sapere quel che farà lui, se eletto sindaco, non quello che farà il governo. Il governo, appunto, il suo governo, di danni ne ha già fatti abbastanza, con il cosiddetto decreto svuota carceri (n. 146 del 2013) e quello sulla depenalizzazione dei reati minori e per le pene non carcerarie (n. 28 del 2015).

Lo svuota carceri, emanato per sfoltirne il sovraffollamento, ha finito per attrarre nella sua sfera anche i reati di furto, truffa, immigrazione clandestina, ricettazione, lesione, detenzione di stupefacenti, stalking. Tutti reati di una certa entità, che comportano fino a 3 anni di reclusione. Infatti, questo decreto dispone di "non potere applicarsi la misura della custodia cautelare in carcere se il giudice ritiene che, all'esito del giudizio, la pena detentiva da eseguire non sarà superiore a 3 anni". Se poi il giudice prevede che la pena sia inferiore a 2 anni e perciò coperta dalla condizionale, non può disporre neppure gli arresti domiciliari, anche se il colpevole è recidivo o colto in flagrante. Leggo spesso critiche ai giudici chiamati a decidere su questi fatti, ma, anche se non può escludersene a priori la responsabilità sulle scarcerazioni dei soggetti a rischio, la principale causa sono le leggi che i nostri governanti impunemente producono. Uno degli esempi significativi di scarcerazioni a noi vicino è di Bologna, ove il presidente dei Giudici per le Indagini Preliminari ha rimesso in libertà, in base alla nuova norma, due cittadini rumeni ladri abituali.

Ancor più subdola è la legge sulla depenalizzazione. La riforma rischia di risultare vantaggiosa solo per le casse dello Stato, che potranno incassare i contributi unificati per lo svolgimento dei processi e le sanzioni pecuniarie. In alcuni casi potrebbe divenire inutile, o addirittura svantaggiosa per il funzionamento della giustizia e per la tutela dei diritti delle vittime. Possibile che il Parlamento non abbia considerato come il 90 per cento dei reati sono commessi da persone nullatenenti e/o nullafacenti, che non possiedono beni su cui possa rivalersi la vittima? Fino a quando ci sarà pantalone che sborsa, ossia il cittadino contribuente, che è costretto, suo malgrado, a pagare anche le spese di difesa e giustizia di questi soggetti, nulla cambierà.

Ritornando a Ravenna, anni fa fu proposto di istituire le "ronde" dei cittadini. La sinistra ravennate, con il Pd in testa, gridò allo scandalo. Chiesi di far affiancare, nelle zone più calde, le Forze dell'ordine da personale dell'Esercito. Il nostro sindaco rispose che Ravenna non è da esercito, che del resto c'era e l'hanno cacciato dalla caserma Alighieri. C'è anche una legge che autorizza il cittadino a far uso delle armi nel caso di reati contro il patrimonio, ma il più delle volte a essere condannati sono le vittime e non i ladri o rapinatori.

Abbiamo però la Polizia Municipale, alla quale competono i controlli del territorio, nonché le azioni di prevenzione dei reati, da esercitare con la presenza fisica degli agenti e delle pattuglie laddove maggiormente infuriano i malviventi. Ma chi l'ha vista? Ricordate il vigile di quartiere, in ogni località, sul quale nel 1997 e nel 2001 il candidato sindaco della sinistra, prima Pds poi Ds, e l'alleato Pri impostarono la loro campagna elettorale? Lo stiamo ancora aspettando. Secondo me sono da rivedere le linee guide di indirizzo politico, in modo di privilegiare la lotta ai reati predatori anziché la cassa. Questo è uno dei principali punti che il futuro sindaco dovrà farsene carico, ma con i fatti perché di chiacchiere sono anni che i candidati sindaci della sinistra, ora Pd, hanno riempito i propri programmi elettorali.

Pasquale Minichini, Lista per Ravenna

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