Rassegnando le dimissioni dopo la condanna subita in appello sulla vicenda Terremerse, Vasco Errani ha compiuto un gesto di responsabilità verso l’istituzione regionale e di coerenza con l’impegno che aveva assunto di lasciare la carica di presidente dell’Emilia-Romagna nel caso di una sentenza a lui sfavorevole. Il suo partito avrebbe fatto bene a riconoscerglielo, evitando di chiedergli un ripensamento che non gli farebbe merito.

Questo non significa rinunciare al principio costituzionale della presunzione di innocenza fino al pronunciamento definitivo della Cassazione, anche se la suprema Corte non si pronuncia nel merito della sentenza di secondo grado, bensì sulle eventuali violazioni del diritto materiale o delle procedure o sui difetti di motivazione che fossero stati compiuti dai giudici della Corte di Appello.

Separando dunque le responsabilità penali da quelle politiche, va anche osservato che la lettera inviata da Vasco Errani alla Procura della Repubblica per trasmettere una relazione dei suoi uffici attestante la regolarità dei finanziamenti concesse a Terremerse, contraddetta poi dalle indagini di polizia giudiziaria al termine dell’inchiesta penale per truffa, avrebbe meritato da parte sua un approfondimento sui termini della vicenda, che coinvolgeva il proprio fratello Giovanni, e una maggiore riflessione sull’opportunità dell’iniziativa. In politica gli errori si pagano. E Vasco - verso cui il nostro lungo rapporto politico e personale non ha fatto mai venir meno, pur da opposte posizioni,  la mia stima - ha scelto di pagare, come fanno in pochi.

Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna