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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Via Cilla e il "dosso killer", Ancisi (LpRa): "Va abbatutto"

Un dosso, una curva e un'isola spartitraffico. Via Cilla si presenta così. Una strada tristemente nota per l'incidente mortale del 12 gennaio dello scorso anno, costato la vita alla dipendente comunale Valeria Dragomanni

Un dosso, una curva e un'isola spartitraffico. Via Cilla si presenta così. Una strada tristemente nota per l'incidente mortale del 12 gennaio dello scorso anno, costato la vita alla dipendente comunale Valeria Dragomanni. Per Alvaro Ancisi se non ci fossero stati quelle insidie sulla strada probabilmente l'esito dell'incidente non sarebbe stato fatale. Il capogruppo di Lista per Ravenna ha compiuto una sua indagine documentale, su richiesta della famiglia della dipendente comunale morta.

“A tutt’oggi, ad oltre un anno e mezzo dall’entrata in funzione del dosso, niente di correttivo è stato fatto e l’opera manca ancora, di conseguenza, del collaudo – evidenzia Ancisi -. Il traffico continua ad incappare come prima nel dosso killer, “protetto” solamente dal limite di velocità di 30 chilometri orari, ridotto a 20 e 10 ad una decina di metri dallo scalino”.

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UNA PEZZA SUL DOSSO – Aggiunge Ancisi: “Rendendosi conto di non poter aspettare un altro morto, la giunta comunale ha deciso di metterci una pezza. Impegnando 100 mila euro del proprio esiguo bilancio degli investimenti per aggiustare la stessa via Cilla, nel tratto tra le vie Sant’Alberto e Testi Rasponi antecedente il dosso, e la via Antica Popilia, diramazione di via Sant’Alberto verso l’acquedotto, perché “in avanzato stato di degrado dovuto a fessurazioni ramificate  interconnesse che si estendono su ampie superfici”.

Il Comune, continua il leader di Lista per Ravenna, “ha inserito nel progetto anche l’“adeguamento delle rampe di raccordo” del dosso di via Cilla: dovranno essere abbassate ad “una pendenza longitudinale pari al 4% ed una pendenza trasversale pari al 2,5%”, dal lato di via Sant’Alberto, e “una pendenza longitudinale del 2% e del 2,7% e trasversale di 2,5%”, dal lato di via Zampeschi. Si presume che la giunta abbia seguito indicazioni verbali del collaudatore, per  vedere “l’effetto che farà”, ai fini della minore pericolosità del dosso, la riduzione della pendenza della carreggiata”.

L'ANALISI - Secondo Ancisi, “l’eccessiva pendenza delle rampe (lo “scalino”), forse la causa principale dell’incidentalità del dosso, non è addebitabile all’impresa costruttrice, in quanto “le rampe aventi pendenza del 7%” sono state previste nel progetto approvato dal Comune. Questi lavori paiono dunque essere un’ammissione di responsabilità da parte dell’amministrazione comunale. Non mi consola di essere stato l’unico amministratore di questa città ad avere combattuto tutte le scelleratezze compiute dal Comune in questa desolante vicenda di malgoverno del territorio”.

“L’ho fatto, inascoltato, già da prima che, otto anni fa, si varasse il folle progetto urbanistico della piazza pubblica sollevata su via Cilla – continua l'esponente della lista civica -. Ho poi segnalato ripetutamente la pericolosità del dosso sia nella fase di costruzione che appena entrato in funzione, ben prima dell’incidente mortale. Infine, ho raccolto gli elementi tecnico-giuridici della vicenda amministrativa, mettendoli a disposizione del sindaco e della magistratura. Continuo a mettere al servizio della famiglia Dragomanni, tramite il suo avvocato, il mio lavoro di accertamento della verità sulle cause della morte di Valeria, affinché, rispettando le intenzioni dei familiari stessi, non ne succedano altre”.

LA POSSIBILITA' - Ancisi conclude osservando che “non debba essere scartato l’abbattimento del dosso e il ritorno di via Cilla all’andamento pianeggiante preesistente, introducendo, se mai, semplici accorgimenti riduttivi della velocità dei veicoli nella curva tra via Sant’Alberto e l’ex dosso stesso. La fidejussione depositata ditta costrustrice pari a 912.647,80 euro, sarebbe largamente sufficiente a coprire le responsabilità dell’impresa. Di quelle a capo dell’amministrazione comunale, qualcun altro dovrà essere chiamato a rispondere”.

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