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Pineta, Minichini (LpR): "Dubbio amletico per il corpo Forestale?"

Nessuna negoziazione tra gli interessi generali della comunità ravennate, che il sindaco e il consiglio comunale rappresentano, e i vari generi di interessi privati che continuano a volteggiare sulla pineta e sulla spiaggia di Lido di Dante.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

Il Corpo Forestale dello Stato, nella persona del dott. Giovanni Nobili, responsabile dell'Ufficio Territoriale per la Biodiversità (UTB) di Punta Marina, non sembra avere ancora adottato alcuna linea operativa per quanto concerne la fruizione della pineta di Lido di Dante e della spiaggia prospiciente, durante i lavori di rinaturalizzazione a seguito dell'incendio del 19 luglio dello scorso anno. Eppure le linee di indirizzo, approvate all'unanimità da maggioranza e opposizione del consiglio comunale, rispecchiando quanto concordato dalla Forestale col Comune di Ravenna ed il Parco del Delta del Po, avrebbero già dovuto trovare applicazione. Tra l'altro, tenuto conto che l'esito del convegno scientifico del 24 novembre scorso avrebbe sciolto anche gli ultimi nodi. Invece, ogni giorno che passa registra un passo avanti e due indietro. Ora, il dott. Nobili, si è accorto che il piano territoriale del Parco del Delta, relativamente alla stazione "Pineta di Classe e Salina di Cervia", è obsoleto, al punto di scrivere all'Ente di gestione della Regione Emilia Romagna per i parchi e la biodiversità, richiedendone una modifica sostanziale. In pratica, ritiene che la zona di spiaggia B.SPG.c, ove è consentita la libera balneazione, non sia sufficiente e che le zone B.SPG.b, precluse alla frequentazione dal 1° aprile al 15 luglio per la nidificazione del "fratino" (pur proposte e difese a spada tratta da lui stesso), siano eccessivamente estese per garantire la tutela e la conservazione della specie, degli habitat e dei processi ecologici esistenti. Ragion per cui, ha chiesto di aumentare di due volte e mezzo la zona B.SPG.c e di fare così sparire le zone B.SPG.b. Inoltre, all'interno delle zone B.SPG.a, ossia quelle completamente interdette a qualsiasi presenza umana, sarebbero individuati, delimitati ed eventualmente attrezzati, punti di accesso al mare finalizzati a consentire l'osservazione naturalistica, brevi soste sulla spiaggia e fare anche il bagno. Tutte queste modifiche, afferma testualmente il dott. Nobili, sarebbero necessarie per limitare la pratica del turismo balneare che, risultando del tutto insostenibile soprattutto quanto concentrato nei fine settimana, appare incompatibile con le finalità di tutela dell'area. Ma la proposta è assurda e contraddittoria. Violerebbe tutti i vincoli che gravano su questa Riserva Naturale, sia nazionali che comunitari. Come è possibile sostenere di limitare la pratica del turismo balneare rendendo una spiaggia protetta tutta fruibile? Il dott. Nobili ci ripensi, dando retta alle linee di indirizzo concordate, col suo stesso contributo, tra la Forestale, il Comune e il Parco del Delta. Sia coerente, in questa fase delicatissima di ripresa vegetativa della pineta, con le intenzioni dichiarate nella lettera, ma contraddette nella proposta, dando ampio respiro alle dune sulla spiaggia prospicienti la pineta e attuando la protezione del sito da lui stesso ritenuta necessaria, che significa: adeguare ed integrare il Regolamento della Riserva Naturale; consentire l'accesso in pineta per escursioni a piedi, in bicicletta e visite guidate; vietare esplicitamente il turismo balneare in aree di spiaggia diverse dalle zone B.SPG.c.. Sono questi gli atti e i fatti che si identificano con la mission del Corpo Forestale dello Stato: essere sempre in prima linea nella tutela e salvaguardia dei patrimoni naturali dello Stato. L'incarico importante e decisivo che la Forestale gli ha assegnato non è compatibile con alcuna negoziazione tra gli interessi generali della comunità ravennate, che il sindaco e il consiglio comunale rappresentano, e i vari generi di interessi privati che continuano a volteggiare sulla pineta e sulla spiaggia di Lido di Dante. Sartre sosteneva che: "Si è sempre responsabili di quello che non si è saputo evitare"

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