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Elezioni regionali, Marta Collot candidata alla presidenza: "Scuola, sanità e casa sono le grandi opere"

"Ci opponiamo ad un sistema che vede i diritti come un lusso e il lavoro come un privilegio", esordisce Collot

Il mercato di Ravenna in via Sighinolfi ha ospitato mercoledì mattina la presentazione della candidatura alla carica di presidente della regione Emilia Romagna di Marta Collot, esponente di Potere al Popolo. "Ci opponiamo ad un sistema che vede i diritti come un lusso e il lavoro come un privilegio", esordisce Collot. Sono tre i punti principali: "Per quanto riguarda il lavoro chiediamo come clausola per poter partecipare agli appalti pubblici un salario minimo di 9 euro. Bisogna infatti ribaltare la logica incentrata sulle privitizzazioni che trasformano i cittadini in clienti. Occorre rimettere al centro istituzioni pubbliche forti e inchiodare gli imprenditori alle loro responsabilità. Pretendiamo un welfare pubblico, che non sia più in via di dismissione, ma miri a ri-nazionalizzare i servizi". 

Altro punto riguarda la "cementificazione zero", con "l'abolizione della legge regionale sull'urbanistica, che incentiva consumo di suolo e speculazione immobiliare". Collot evidenzia come "ci sia bisogno di opere per un trasporto pubblico razionale e popolare, per lo sviluppo dell'edilizia residenziale pubblica e la riqualificazione pubblica dell'esistente. Non serve altro cemento, ma riconversione. Non servono grandi opere inutili, come la Tav, ma tanti piccole opere reali in risposta ai problemi dei cittadini. E servono investimenti strutturali per poter organizzare un piano di messa in sicurezza del territorio e che dia lavoro ai disoccupati nella nostra regione". "Per dire basta alle privitizzazioni serve dire basta all'autonomia indifferenziata. I servizi devono essere pubblici e le grandi opere che servono sono scuola, sanità e casa", conclude Collot. 

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