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Emergenza profughi, "Resta irrisolta per i tunisini sbarcati a Lampedusa"

Emergenza umanitaria: il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna chiede di "effettuare una ricognizione dei tunisini tuttora in possesso di permesso per motivi umanitari"

Emergenza umanitaria: il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna chiede di "effettuare, tramite il servizio Immigrazione del Comune di Ravenna e con la collaborazione delle forze dell’ordine, una ricognizione dei tunisini tuttora in possesso di permesso per motivi umanitari i quali, non avendo commesso reati o disordini, manifestino una seria volontà di vivere regolarmente nel nostro paese. Sono certamente pochi".

" Li si metta alla prova, sostenendone la ricerca di un percorso di corretta integrazione sociale - continua Ancisi -. Con gli altri pugno duro, usando tutti i mezzi leciti, o perché tornino in patria, o quanto meno per contrastarne ed impedirne la permanenza fuori d’ogni regola nella nostra città. A loro Ravenna ha già dato, e per loro ha pagato, anche troppo".

Ancisi spiega che "con l’ordinanza della presidenza del consiglio dei ministri numero 33 del 28 dicembre 2012, il capo del dipartimento di Protezione Civile, Gabrielli, ha dichiarato la chiusura dello “stato di emergenza umanitaria nel territorio nazionale in relazione all’eccezionale afflusso di cittadini appartenenti ai paesi del Nord Africa”, fino a prima di competenza della Protezione Civile, e il rientro nella gestione ordinaria degli interventi concernenti l’afflusso di cittadini stranieri in Italia, tornata di competenza del Ministero dell’Interno".

"Degli stranieri che, durante l’emergenza, hanno ricevuto accoglienza umanitaria nelle varie province si faranno carico i prefetti, che, nei limiti delle risorse concesse dallo Stato, disporranno le attività occorrenti per il proseguimento di tale accoglienza e per favorire percorsi di uscita - chiosa Ancisi -. L’ordinanza si applica anche ai nord-africani, in genere tunisini sbarcati a Lampedusa dopo il 5 aprile 2011, a cui è stato concesso e continuamente prorogato il permesso di soggiorno umanitario, offrendo loro, tramite i Comuni, nelle province dove sono stati assegnati, l’accoglienza umanitaria, cioè alloggio, vitto, vestiario, istruzione, spillatico, ecc., con costi rimborsati dallo Stato fino a 46 euro il giorno".

"Quanti a Ravenna, considerato che qui ne è arrivato qualche centinaio, in parte tuttora qui residenti? - si interroga l'esponente di Lista per Ravenna -. Nessuno, mi ha risposto la dirigente all’immigrazione del Comune di Ravenna. Abbiamo una settantina di stranieri che hanno richiesto asilo (in genere nigeriani, ghanesi, camerunensi, somali, ecc.) ospitati in strutture abitative, ma nessun tunisino “lampedusano”. Significa che costoro avrebbero tutti potuto ottenere ospitalità nell'ambito del progetto nazionale di protezione umanitaria finanziato dallo Stato. Ma l’avevano richiesta solamente i primi arrivati, salvo non ripresentarsi dopo che era stato assegnato loro un alloggio, a cui evidentemente non erano interessati".

"Da allora, a Ravenna, nessuno si è presentato in questura o presso i servizi del Comune per ottenere tale protezione. Hanno preferito lo stato brado, arrangiandosi come potevano e procurandosi quanto necessario nei modi che abbiamo conosciuto e che, per colpa di molti di loro, hanno generato degrado, se non problemi di sicurezza e di ordine pubblico - aggiunge l'esponente della lista civica -. Ora le porte della protezione umanitaria si sono chiuse definitivamente per loro. Se non sono migrati altrove è da escludersi che si siano integrati nella comunità ravennate rispettosa delle leggi".

"Sono pochissimi quelli che, senza poter uscire dalla precarietà, ne hanno mostrato l’intenzione, aiutati dal volontariato. Questa emergenza non si risolve dunque per effetto di un’ordinanza. Né continuando a prorogare indefinitamente il permesso di soggiorno per motivi umanitari, pur avendo chiuso i cordoni della protezione umanitaria", continua Ancisi. A questo punto il capogruppo in consiglio comunale di Lista per Ravenna chiede di "effettuare, tramite il servizio Immigrazione del Comune di Ravenna e con la collaborazione delle forze dell’ordine, una ricognizione dei tunisini tuttora in possesso di permesso per motivi umanitari i quali, non avendo commesso reati o disordini, manifestino una seria volontà di vivere regolarmente nel nostro paese. Sono certamente pochi".

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