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Estrazioni in Adriatico, Mingozzi bacchetta gli scienziati: "Accuse generiche"

Sull’appello sottoscritto da alcuni studiosi e scienziati contro la ripresa delle estrazioni di idrocarburi in Adriatico il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi, a differenza di quanto chiedono i firmatari, si augura che la Regione proceda celermente ad autorizzare la ripresa delle attività

Sull’appello sottoscritto da alcuni studiosi e scienziati contro la ripresa delle estrazioni di idrocarburi in Adriatico il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi, a differenza di quanto chiedono i firmatari, si augura che la Regione proceda celermente ad autorizzare la ripresa delle attività. “Mi meraviglia che tra i firmatari vi siano esponenti di Cnr, Arpa ed Enea che dovrebbero sapere, come abbondantemente dimostrato in convegni e  documentazioni scientifiche appositamente presentate, che l’utilizzo dei giacimenti di idrocarburi presenti in Adriatico mette in campo nuove tecnologie estrattive che garantiscono piena tutela del mare, dell’economia costiera ed escludono di costituire causa del fenomeno della subsidenza".

"Scienziati, ricercatori e associazioni ambientaliste non parlano mai di quelle innovazioni studiate dalle stesse imprese ravennati del settore oil & gas (che hanno dato vita ad una nuova laurea universitaria sull’ingegneria dell’off-shore che ha sede proprio a Ravenna) che fanno del rispetto ambientale la priorità del loro lavoro e degli studi a garanzia del futuro economico di quelle imprese e di 3mila occupati  e addetti residenti nel solo bacino romagnolo - precisa Mingozzi -. Scienziati e ricercatori non ci dicono mai perché il nostro Paese non debba godere di fonti energetiche che gli appartengono (e che nell’altra costa dell’Adriatico già stanno utilizzando) invece di dipendere sempre di più dalla Russia, Libia o Algeria, e non ci dicono mai perché l’Italia non debba trarre beneficio delle sue materie prime per rendere più agevole la vita delle famiglie e più competitive le nostre industrie, avvalendoci di una fonte di approvvigionamento a costi minori”.

"E’ facile - conclude Mingozzi - affidarsi ad accuse generiche, a critiche spesso infondate per agitare l’opinione pubblica e creare disinformazione e preoccupazione: ma proprio a scienziati e ricercatori viene richiesto quell’equilibrio, buon senso e meno superficialità che in questo appello di propaganda negativa dimostrano di aver dimenticato”.

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