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Faenza, Psi a confronto sul lavoro

La tavola rotonda è stata l'occasione per mettere a confronto, sul tema della riforma del lavoro, le organizzazioni sindacali (i segretari confederali di CGIL, CISL e UIL, Marcello Santarelli, Antonio Cinosi, Riberto Neri)

Organizzata dal PSI nel quadro delle iniziative per il 120° della nascita del Partito, la tavola rotonda è stata l’occasione per mettere a confronto, sul tema della riforma del lavoro, le organizzazioni sindacali (i segretari confederali di CGIL, CISL e UIL, Marcello Santarelli, Antonio Cinosi, Riberto Neri) e le rappresentanze dell’imprenditoria (Marco Chimenti Direttore di Confindustria, Giovanni Monti Presidente di Lega Coop, Mario Petrosino della Segreteria CNA e Roberto Manzoni Presidente di Confesercenti).

Nella sua introduzione, Armando Menichelli, Segretario provinciale del PSI, ha sottolineato come, da parte dei socialisti, vi sia una continuità nel sapere essere innovativi e al tempo stesso rigorosi in materia di tutela lavoro, tracciando una linea ideale da Giacomo Brodolini, ministro socialista dal 1968 al 1970 e padre dello statuto dei lavoratori, al giuslavorista socialista Marco Biagi assassinato 10 anni fa dalle brigate rosse e ingiustamente vittima della terribile bugia di volere la precarietà.

Il giornalista e saggista Pietro Caruso, moderatore dell’evento, ha chiesto agli autorevoli interlocutori quali siano le risposte giuste a una crisi, grave in Europa e ancor più in Italia e se vi sia piena consapevolezza della fine di un modello di sviluppo e quale sia la via per sostituirlo.

Tutti gli interlocutori hanno evidenziato i dati concreti della crisi anche a livello locale, riconoscendo che l’impresa e il lavoro devono collaborare per il bene comune, poiché il tema è non solo il lavoro come diritto, ma anche come esso si possa creare.

L’importanza di avere messo allo stesso tavolo tutti coloro che possono essere gli artefici di una nuova stagione di relazioni industriali ha trovato, nella sede offerta dal PSI, pieno riscontro e dato atto che la sinistra riformista può ancora una volta avere pieno ruolo nel rinnovamento e nella rinascita dell’Italia.

Proprio come ha detto Menichelli: “Se oggi tutta la sinistra politica e sindacale si riconosce nello statuto dei lavoratori (un tempo da gran parte di essa osteggiato), ciò suona a conferma del fatto che, come spesso è storicamente accaduto, il sindacato e la cooperazione possono di nuovo dare ruolo e rappresentanza alla sinistra riformista.
Ed è proprio nelle migliori stagioni del riformismo che la sinistra è stata capace di produrre unità e concretezza.
Quella unità e quella concretezza che oggi potrebbero ridare slancio a una riforma delle relazioni industriali che vedano il lavoro e l’impresa percorrere per gradi la via della cogestione, unica alternativa concreta alla prevedibile fine della concertazione.”

L’incontro, in definitiva, ha consentito di mettere a fuoco le criticità, ma anche le potenzialità del tessuto economico politico e sociale della realtà locale ravennate e romagnola, con l’impegno di tutti gli interlocutori a farne un nuovo punto di partenza del confronto, prendendo atto che:
-    ci sono difficoltà nel dimensionamento delle imprese;
-    insufficiente è l’export;
-    serve un sindacato europeo;
-    si pone il tema della trasmissione d’impresa;
-    è carente il terziario strategico.

L’appello finale è stato che il nostro territorio, con le sue grandi tradizioni democratiche, può ben rivendicare di stare in prima fila nel riprogettare l’Italia.
 

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