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Le proposte del Forum Pd sull'immigrazione

"Il Forum Nazionale Pd sull' Immigrazione ha da tempo formulato un piano di lavoro tanto che un anno fa, durante la campagna elettorale per elezioni politiche, uscì un documento programmatico in dieci punti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RavennaToday

"In Italia, la più grande crisi del dopo guerra e le nuove povertà hanno messo in ginocchio lo stato sociale ed il sistema di welfare sino ad oggi concepito. Addebitare lo stato di cose all'immigrazione è ingeneroso oltre che non conforme a realtà. Qualche dato aiuterà a capire e ad allentare le tensioni. In termini di gettito fiscale i cittadini stranieri regolari contribuiscono molto più di quanto beneficino a livello di servizi. Dal 2008, i cittadini stranieri che hanno lasciato il nostro paese per raggiungere altri paesi ovvero fare rientro in quello d'origine sono oltre 300.000. E' fatto notorio, inoltre, che l'Italia ha accolto ad oggi molti meno stranieri -ivi compresi rifugiati e richiedenti asilo - rispetto agli altri paesi europei, così come, parlando di stranieri irregolari, che coloro che giungono attraverso i famigerati sbarchi rappresentino una goccia nel mare dell'irregolarità. Come affrontare tuttavia i temi quali irregolarità, mercato del lavoro, welfare di comunità?

Il Forum Nazionale Pd sull' Immigrazione ha da tempo formulato un piano di lavoro tanto che un anno fa, durante la campagna elettorale per elezioni politiche, uscì un documento programmatico in dieci punti. Grazie all'impegno del Ministro e soprattutto del nostro deputato On. Chaouki, i primi risultati sono arrivati: si veda l'abolizione del reato di clandestinità, l'impegno e l'attività di Chaouki in materia di modifica della normativa sullo Ius Soli oltre che sul diritto d'asilo, dei Cie, dei centri di accoglienza. Noi diciamo che è necessaria una politica comune europea degli ingressi, del soggiorno e la promozione della mobilità oltre ad un sistema comune sul diritto d'asilo. L’obiettivo, da tutti condiviso, è pervenire ad una nuova legge quadro sull'immigrazione e sul diritto di asilo. Come?

1) Nuove modalità e procedure per l'ingresso per lavoro: la programmazione triennale attualmente prevista per legge (il "tetto" agli ingressi di cui si parlava in questi giorni) è in concreto rimasta inattuata per anni. Si va avanti a colpi di decreti-flussi annuali che fissano le quote di ingresso dei lavoratori stranieri  senza alcuna concertazione con il mondo del lavoro e delle associazioni di categoria e senza verificare in concreto le tipologie di lavoro di cui c’è bisogno. Occorre dunque un collegamento più realistico tra domanda ed offerta di lavoro, un adeguamento anche annuale della programmazione, che tenga conto dei dati effettivi sulla richiesta di lavoro nonché nuove procedure che favoriscano l'ingresso regolare e , nel lungo periodo, portino dunque ad una riduzione dell'irregolarità e del mercato nero. Le nuove modalità di ingresso regolare dovranno essere: - per chiamata nominativa o numerica da parte del datore di lavoro, con permesso di soggiorno per ricerca di lavoro subordinato; - ingresso per lavoro per figure professionali qualificate.

Occorre dunque favorire una politica di ingressi contestualizzata, non anacronistica ed impraticabile, anche in termini di durata e modalità di rinnovo dei permessi di soggiorno ( chi perde il lavoro non deve ritrovarsi con un permesso di soggiorno di un anno!)

2) valorizzare il capitale umano degli immigrati ed  incentivare il lavoro qualificato attraverso politiche di integrazione che favoriscano la costruzione di un progetto di vita dell'immigrato attraverso una revisione della normativa sul diritto di cittadinanza, l’introduzione del diritto di voto amministrativo e l’istituzione di un fondo nazionale per le politiche di integrazione.

3) prevenzione dell'immigrazione irregolare: non più sanatorie truffa ma eventualmente regolarizzazioni ad personam modulate sui singoli casi. Occorre un controllo anche "interno" alle nostre ambasciate in relazione ai visti rilasciati ed alle modalità di rilascio

4) collaborazione ed accordi tra stati, di origine e transito.

5) necessità di una legge quadro in materia di asilo politico che si inserisca in un contesto armonico di norme europee.

6) revisione della normativa sui Cie per giungere ad una loro  progressiva abolizione.

Concludendo, è solo attraverso una gestione lucida e pragmatica ma al tempo stesso umana, di tutte le dinamiche legate al fenomeno migratorio, che anche le storture potranno trovare una soluzione. Ad oggi la normativa della repressione non ha sortito alcun effetto se non aumentare l' irregolarità, intasare i tribunali e disperdere enormi fondi pubblici. Occorre combattere la crisi e ripensare al sistema di welfare alla luce delle nuove povertà, con progetti nuovi ad attualizzati, concertati con il mondo delle associazioni, portatrici nei territori delle istanze delle persone, italiane e straniere."

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