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Forza Italia Ravenna: "Non riconosciamo più l'autorità del coordinatore regionale Palmizio"

"La Romagna è stata abbandonata a sé stessa, senza un raccordo politico su temi fondamentali quali Ausl Romagna (area vasta) e ‘provincione’" spiega Ancarani.

Una durissima presa di posizione, quella del capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Ravenna e consigliere nazionale ANCI Alberto Ancarani (34 anni), che insieme al responsabile provinciale del partito azzurro, Bruno Fantinelli, e in accordo con Fabrizio Dore coordinatore provinciale Forza Italia Giovani hanno tenuto una conferenza stampa per spiegare le motivazioni che li hanno portati a non riconoscere più l’autorità del Coordinatore Regionale Massimo Palmizio..
“Il coordinamento regionale di Forza Italia – hanno spiegato - è inadeguato e deve al più presto essere rinnovato in quanto non sussiste più alcuna fiducia fra la persona del coordinatore e la maggioranza dei militanti della regione.
In particolare la Romagna è stata abbandonata a sé stessa, senza un raccordo politico su temi fondamentali quali Ausl Romagna (area vasta), ‘provincione’ e temi fondamentali per il futuro della Romagna stessa.
Per quanto riguarda la provincia di Ravenna, in attesa che vengano assunte le decisioni conseguenti da parte del Presidente Berlusconi – cui auguriamo una pronta e gagliarda guarigione e a cui non abbiamo alcuna intenzione di forzare la mano - da questo momento la stragrande maggioranza dei dirigenti, degli eletti e dei militanti di Forza Italia della provincia di Ravenna dichiara di non riconoscere più l’autorità del Coordinatore Regionale Massimo Palmizio né della sua vice-coordinatrice assistente parlamentare.
Significa che qualunque nomina, provvedimento o attività che verrà promossa o intrapresa da tale duo, per quanto riguarda la Provincia di Ravenna sarà considerata come carta straccia.
Abbiamo più volte chiesto a gran voce un moto di democrazia interna che desse a Forza Italia quel respiro di innovazione che gli elettori, anche punendoci elettoralmente, da tempo chiedono. La risposta del coordinatore regionale è stata solo quella di dividere, mettere zizzania, punire i coordinatori inizialmente nominati da lui ma troppo autonomi nominandone altri che gli rispondessero come soldati, pena la loro defenestrazione.
A questo punto abbiamo deciso di dare una notizia al coordinatore regionale, una notizia che parte da Ravenna, e che arriva anche da altre province, a partire da quella di Forlì-Cesena dove a Cesenatico è andato in scena il suicidio di Forza Italia per mano dell’emanazione locale del duo sopracitato, o come nel caso di Ferrara, dove nel comune di Cento, pur di non far eleggere sindaco il forzista storico Fabrizio Toselli – che avrebbe potuto fargli ombra in chiave nazionale - Palmizio ha deciso di appoggiare il candidato della Lega senza impuntarsi con gli alleati sul nome che poi gli elettori di Cento hanno scelto con un plebiscito al ballottaggio.
Visto che Massimo Palmizio ci ha impedito in questi anni qualunque forma di organizzazione e di democrazia interna, a Ravenna la fase congressuale ce la siamo scelti da soli e si è svolta nella forma più solenne possibile, quella che prende il nome di “elezioni comunali” e viene convocata con una legge dello stato.
Tale “congresso” di Forza Italia ha sancito inequivocabilmente chi abbia titolo a detenere la leadership del nostro movimento sul territorio della provincia di Ravenna.
Ci siamo visti costretti ad assumere la decisione di rendere pubblica tale insanabile frattura in quanto è divenuto inaccettabile il clima da caccia alle streghe e di “odio politico” posto in essere dal coordinatore nei confronti del gruppo dirigente di Forza Italia Ravenna, considerato non sufficientemente addomesticabile.
Sappiamo anche che nei prossimi giorni il coordinatore, com’è nel suo stile, potrebbe elargire incarichi a soggetti di seconda, terza o quarta fascia, utilizzando il metodo che ha già posto in essere in tante località della regione: dare un titolo a persone che in tal modo non potranno che essergli grate e dunque anziché il bene del territorio faranno quello ritenuto tale da un coordinatore regionale che non ha alcuna dimestichezza con il consenso, non avendo mai dovuto chiedere voti di preferenza se non alle elezioni europee del 1995 nelle quali peraltro non venne eletto.
Per noi, il coordinatore provinciale o quello che noi riteniamo tale resta e resterà Bruno Fantinelli, che ha rappresentato in questi due anni difficili la giusta sintesi della rete provinciale del movimento azzurro.
Abbiamo dovuto sopportare l’invadenza di una segretaria del coordinatore che proprio quest’ultimo due mesi fa ha addirittura promosso, da assistente parlamentare a vicecoordinatrice regionale con un gesto di autoritarismo fine a se stesso.
Il clima di questi mesi preparatori alla campagna elettorale, nel quale l’obiettivo del coordinatore regionale era principalmente quello di non fare rieleggere Alberto Ancarani utilizzando ogni mezzo – a partire da strani incontri e tentativi di alleanza non condivisi dagli azzurri di Ravenna - ci ha costretti a un impegno volto più a difenderci dagli attacchi interni, che a combattere gli avversari politici come invece i nostri elettori giustamente chiedevano.
Abbiamo pertanto deciso, ora che la campagna elettorale è terminata, di riprenderci lo spazio politico necessario all’attività quotidiana.
Inizieremo pertanto da subito con un’opposizione forte alla giunta De Pascale, coordinata con la coalizione che sosteneva e sostiene Massimiliano Alberghini e proseguiremo con una capillare organizzazione dei comitati del NO al referendum costituzionale e a quello sull’Italicum. Allo stesso modo organizzeremo una squadra di coordinamento che tenga vivo il partito sul territorio senza bisogno di timbri o lasciapassare del coordinamento regionale che per quanto ci riguarda non esiste.
Non abbiamo dunque alcuna intenzione di partecipare ad intrighi di palazzo interni al movimento politico a cui apparteniamo, ma solo di rispondere agli elettori, compresi quelli che per ragioni varie hanno deciso di abbandonarci negli ultimi anni.
L’azione di Forza Italia locale e nazionale non può che ripartire da alcune scelte forti la cui più plastica espressione è il taglio di rami secchi. Dai parlamentari privi di consenso e contatto con il territorio fino ai candidati sindaci tesserati Forza Italia sconfitti malamente alle comunali.
L’inconsistenza della leadership regionale di Forza Italia è ancora più evidente se si confrontano i risultati elettorali dell’Emilia Romagna con quelli di una regione con caratteristiche simili quale la Toscana.
 
Presenti e concordi sono anche Marco Casali, capogruppo consiliare a Cesena e appena defenestrato come responsabile provinciale di Cesena dallo stesso Palmizio e Lina Amormino assessore al bilancio della giunta Buda di Cesenatico e campionessa di preferenze nella lista civica che sosteneva la riconferma di Buda”.

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